31 ottobre 2023

Il pastore può essere considerato un coltivatore diretto?

Autore: Cinzia De Stefanis
Domanda- Un pastore che si dedica all'allevamento e al governo del bestiame, può essere considerato un coltivatore diretto?

Risposta - La risposta è affermativa. Sono considerati coltivatori diretti i proprietari, gli affittuari, gli enfiteuti e gli usufruttuari, i miglioratari, gli assegnatari, i pastori e gli altri comunque denominati che direttamente, abitualmente e prevalentemente si dedicano, unitamente al proprio nucleo familiare, alla manuale coltivazione dei fondi o all'allevamento e al governo del bestiame.

Una volta viste quali sono le tipologie di categorie di professioni che si sviluppano intorno all’agricoltura, vediamo nello specifico quali sono i requisiti soggettivi e oggettivi per rientrare nella definizione di coltivatore diretto:
  • il soggetto si dedica direttamente alla coltivazione del terreno o all’allevamento del bestiame;
  • la forza lavoro impiegata dal coltivatore e dalla sua famiglia e di almeno un terzo rispetto alla forza lavoro complessiva totale per condurre l’attività;
  • il numero di giornate lavorative annue svolte deve essere almeno 104;
  • l’attività agricola deve essere svolta in modo continuativo e prevalente;
  • il coltivatore diretto deve svolgere principalmente questa attività, e ricavare da essa la maggior parte del reddito.
Se il coltivatore svolge più di una attività in contemporanea, si deve individuare l’attività prevalente quella relativa alla coltivazione o all’allevamento diretto.

La prevalenza deve intendersi quella che impegni il coltivatore diretto per il maggior periodo di tempo nell’anno e costituisca la sua maggior fonte di reddito di lavoro.

Il termine "bestiame" deve essere inteso nell'accezione più ampia, per ricomprendervi in tal modo l'allevamento di tutte le specie di animali ammesse dall'art. 2135 c.c. e dalle normative speciali.

La definizione previdenziale del coltivatore diretto non richiede un'attività rivolta al mercato, essendo possibile che essa sia orientata all'autoconsumo.

L’iscrizione Inps e Inail è obbligatoria per il coltivatore diretto.

Esiste una gestione previdenziale apposita per i coltivatori diretti (Cd). L’iscrizione alla gestione Inps Cd è prevista se il soggetto iscritto ha una manodopera dipendente inferiore ai due terzi di quella totale. La manodopera dei famigliari e inclusa in quella del soggetto interessato.

I contributi da versare sono al 24% per tutti i coltivatori diretti senza distinzioni per età. Il pagamento dei contributi secondo le normative degli autonomi agricoli e previsto in 4 versamenti:
  • 18.07 dell’anno in corso;
  • 16.09 dell’anno in corso;
  • 16.11 dell’anno in corso;
  • 16.01 dell’anno successivo.
A questi contributi si deve aggiungere il versamento all’Inail con i seguenti importi annui:
  • € 768,50 per zone normali;
  • € 532,18 per zone svantaggiate e montane.
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