5 giugno 2025

La BCE taglia i tassi di interesse dall'11 giugno, cosa cambia per mutui e prestiti e quanto si risparmia

Dall'11 giugno tassi giù di 0,25 punti. Risparmi sulle rate fino a 360 euro all’anno per chi ha un mutuo variabile

Autore: Miriam Carraretto
La Banca centrale europea ha annunciato oggi giovedì 5 giugno un altro taglio dei tassi di interesse di 25 punti base su tutte le sue principali operazioni. Dall'11 giugno 2025, scatteranno i nuovi importi.

La decisione è arrivata al termine del consiglio direttivo della BCE. In conferenza stampa, la Presidente Christine Lagarde ha spiegato che “con questo taglio ci stiamo avvicinando alla fine di un ciclo avviato in risposta a shock complessi come il Covid, la guerra in Ucraina e la crisi energetica. Ora siamo in una fase nuova, con condizioni e attori diversi”.

Come cambiano i tassi dall'11 giugno

Dopo aver tagliato i tassi ben quattro volte nel 2024, dall'11 giugno 2025, ecco come cambieranno ancora:
  • il tasso sui depositi scenderà al 2,00%
  • il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15%
  • il tasso sulle operazioni marginali al 2,40%.

Mutui: cosa significa questo taglio per le famiglie italiane?

La riduzione dei tassi decisa dalla BCE porta un piccolo ma concreto risparmio per chi ha un mutuo a tasso variabile. Secondo le stime del Codacons, le famiglie potranno vedere le rate alleggerite, indicativamente secondo questo schema:
  • mutuo di 100-200mila euro a 20 anni: risparmio mensile tra 13 e 27 euro (fino a 324 euro l’anno);
  • mutuo trentennale: risparmio fino a 30 euro al mese, cioè 360 euro l’anno;
  • mutuo da 125mila euro a 25 anni: rata più leggera di circa 17 euro al mese (204 euro annui).

Intanto, i tassi medi applicati dalle banche stanno già calando: a marzo 2025 erano scesi al 3,54%, rispetto al picco del 4,92% registrato nel novembre 2023, secondo i dati di Bankitalia.

Pil in crescita nell’Eurozona, ma la BCE lancia l’allarme dazi

Intanto, la Banca Centrale Europea prevede che l’economia dell’Eurozona crescerà dello 0,9% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027. È quanto emerge dalle ultime stime pubblicate dagli esperti dell’istituto con sede a Francoforte.

La crescita è modesta, ma stabile. Secondo la Banca centrale europea, l’andamento positivo registrato nel primo trimestre del 2025 ha compensato previsioni più deboli per il resto dell’anno. La crescita sarà dunque contenuta, ma comunque stabile nei prossimi tre anni.

Ma a preoccupare sono i dazidi Trump e le tensioni globali, che irridiscono l’Eurotower. L’eventuale aumento dei dazi doganali, dopo quello scattaro il 4 giugno su acciacio e alluminio, potrebbe rallentare gli investimenti delle imprese e frenare le esportazioni, soprattutto nel breve termine. In questo scenario, anche l’inflazione potrebbe risultare più bassa rispetto alle previsioni attuali.

A difesa della crescita: spesa pubblica e consumi

A sostenere l’economia europea, secondo la BCE, ci penseranno altri elementi, come l’aumento della spesa pubblica in settori chiave come difesa e infrastrutture, la tenuta del mercato del lavoro, il graduale aumento dei redditi reali delle famiglie e le condizioni di finanziamento più favorevoli. Tutti fattori che potrebbero rafforzare la capacità dell’Eurozona di resistere agli shock esterni.
Se i dazi calano, la crescita può superare le attese. Se invece nei prossimi mesi si verificherà una distensione sul fronte commerciale, con una riduzione delle tensioni e dei dazi, le prospettive potrebbero migliorare e la crescita risultare superiore alle previsioni di base.
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