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Si aprono le porte del carcere per l’imprenditore che ha partecipato consapevolmente a una frode “carosello”: il D.L. n. 16/2012 sulle semplificazione tributarie, in materia di imposte dirette (non di IVA), legittima a certe condizioni la deduzione d’imposta da parte del contribuente consapevole dell’inesistenza soggettiva delle fatture, mantenendo invece ferma l’antigiuridicità della condotta fraudolenta. È quanto emerge dalla sentenza 12 giugno 2013, n. 25792, della Corte di Cassazione – Terza Sezione Penale.
(prezzi IVA esclusa)