Favor rei. Applicazione ondivaga della cassazione

Con la profonda revisione operata dal D.Lgs 24/09/2015, n. 158 (cfr titolo II) al regime sanzionatorio tributario amministrativo, entrata in vigore (con un anno di anticipo rispetto all’originaria previsione) il 1° gennaio 2016, ci si è spesso interrogati sulle modalità applicative dell’istituto del favor rei previsto dall’art. 3 del D.Lgs n. 472/1997.
Il tema è particolarmente interessante in quanto numerose sono le disposizioni del D.Lgs. n. 471/1997 per le quali il legislatore ha previsto un alleggerimento in termini sanzionatori; in taluni casi, lo stesso legislatore ha provveduto alla soppressione dell’adempimento la cui violazione comportava l’applicazione di specifiche sanzioni, ovvero ad una modifica in termini sostanziali dell’adempimento stesso.
In realtà, il tema dello ius superveniens si ripropone ogni qualvolta una norma di natura tributaria (cui è ricollegata l’applicazione di una sanzione amministrativa in caso di violazione) viene in qualche misura modificata in senso favorevole al contribuente, dopo che allo stesso sia stato notificato un atto di contestazione, non ancora divenuto definitivo.
In ogni caso, il tema in discussione concerne la corretta applicazione dei commi 2 e 3 del citato art. 3 del D.Lgs. n. 472/1997, rubricato “Principio di legalità”, per le violazioni commesse in data antecedente rispetto alla modifica favorevole al contribuente in termini sanzionatori, tema sul quale si registrano alcune pronunce giurisprudenziali non sempre caratterizzate da coerenza interpretativa.