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Anche per il periodo d’imposta 2025, il datore di lavoro può erogare fringe benefit ai propri dipendenti, con figli fiscalmente a carico, nel limite massimo di 1.000 o 2.000 euro se sono presenti figli fiscalmente a carico. Sono in vigore quest’anno anche ulteriori misure premiali per i premi di risultato e per i lavoratori trasferiti per ragioni di impiego. Quali sono i controlli e le verifiche da effettuare preventivamente?
La Legge di Bilancio 2025 ha confermato il limite di esenzione riguardo i beni in natura (fringe benefit) concessi al lavoratore subordinato, fissandolo a:
A tal fine la nozione di “abitazione principale” è dettata dal TUIR per l’applicazione delle detrazioni degli interessi passivi per mutui e dei canoni di locazione: abitazione principale è quella nella quale il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente, come risultante dai registri anagrafici o da autocertificazione effettuata ai sensi dell’art. 47 del DPR n. 445 del 2000, con la quale il contribuente può attestare anche che dimora abitualmente in luogo diverso da quello indicato come residenza.
Deve in ogni caso trattarsi di immobili ad uso abitativo posseduti o detenuti, sulla base di un titolo idoneo, dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, nei quali il dipendente o i suoi familiari (definiti ai sensi dell’articolo 12 del TUIR) dimorino abitualmente, a condizione che ne sostengano effettivamente le relative spese, ancorché parte contrattuale sia il coniuge o altro familiare.
Con particolare riguardo alla locuzione “spese per l’affitto”, si ritiene che debba farsi riferimento al canone risultante dal contratto di locazione regolarmente registrato e pagato nell’anno.
In caso di pluralità di rapporti di lavoro, si deve tenere conto della totalità dei bonus riconosciuti dai diversi datori.
Il TUIR considera percepiti nel periodo d’imposta anche le somme e i valori erogati entro il 12 gennaio del periodo d’imposta successivo (“principio di cassa allargato”). Pertanto, ai fini del raggiungimento dei limiti di esenzione, si tiene conto anche di quanto erogato entro il 12 gennaio 2026.
Checklist operativa
Ai lavoratori dipendenti che non hanno figli a carico si applica nel 2025 la soglia di esenzione fino a 1.000 euro per il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati e non si estende tale previsione ai rimborsi e alle somme erogate per il pagamento delle bollette di luce, acqua e gas.
La soglia così definita rappresenta un tetto, non una franchigia: il superamento di tale limite comporta che l’intero valore dei benefit erogati in favore del lavoratore concorra a formare reddito imponibile sia ai fini fiscali che sotto l’aspetto contributivo.
I fringe benefit possono essere corrisposti dal datore di lavoro anche ad personam, ovvero senza stabilire criteri di uguaglianza tra dipendenti.
La soglia aumenta fino a 2.000 euro in presenza di figli fiscalmente a carico.
Per essere considerati a carico, i figli, anche se in età da lavoro, devono aver prodotto, nel periodo d‘imposta 2025, un reddito, al lordo degli oneri deducibili:
L’agevolazione è riconosciuta in misura intera a ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e/o assimilato, anche in presenza di un unico figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi.
L’agevolazione spetta, altresì, nel caso in cui il lavoratore non possa beneficiare della detrazione per figli fiscalmente a carico, di cui all’ art. 12 del TUIR, poiché per gli stessi percepisce l’assegno unico.
Si evidenzia che, in caso di genitori che si accordino per attribuire l’intera detrazione per figli fiscalmente a carico a quello dei due che possiede il reddito complessivo di ammontare più elevato, la nuova agevolazione spetterà comunque ad entrambi, in quanto il figlio è considerato fiscalmente a carico sia dell’uno sia dell’altro genitore.
La nuova legge di Bilancio n. 207/2025 introduce, solo per chi viene assunto nel 2025, la previsione di una esenzione, fino ad un importo massimo di 5.000 euro annui, delle somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati locati. Beneficiari possono essere i dipendenti assunti a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 con reddito non superiore a 35.000 euro nel 2024 e che si trasferiscano oltre un raggio di 100 km dalla precedente residenza.
Le spese rimborsate non concorrono, per i primi due anni dalla data di assunzione, a formare il reddito ai fini fiscali, entro il limite complessivo di 5.000 euro annui.
Si tratta di una esenzione solo a fini fiscali che non rileva sui contributi dovuti a INPS e INAIL.
Le somme erogate a tale titolo, inoltre, sono computabili ai fini ISEE e per l’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali.
Il riconoscimento dell'agevolazione spetta unicamente ai titolari di reddito di lavoro dipendente non superiore a 35.000 euro nell'anno precedente la data di assunzione: il lavoratore è tenuto a rilasciare al datore di lavoro apposita dichiarazione sostitutiva, nella quale attesta il luogo di residenza nei sei mesi precedenti la data di assunzione.
Nella dichiarazione che i lavoratore o la lavoratrice consegna al datore di lavoro per ottenere il bonus dipendenti fino a 5.000 euro devono essere specificate le seguenti condizioni:
Tramite il modello deve essere comunicati anche i seguenti dati dei figli:
Alla dichiarazione deve essere allegato anche un documento d’identità. Il rispetto della condizione di figlio fiscalmente a carico deve essere verificata al 31 dicembre 2025.
L'Agenzia delle Entrate, nella circolare n. 23/E del 1° agosto 2023, ha ricordato che la condizione di figlio fiscalmente a carico deve essere verificata per ciascun lavoratore con riferimento al 31 dicembre dell’anno in corso. A tal fine, l’azienda è tenuta a richiedere al lavoratore, preventivamente all’applicazione dell’agevolazione, una dichiarazione riguardo il diritto all'aumento della soglia di esenzione, in cui va riportato il codice fiscale dell’unico figlio o dei figli fiscalmente a carico.
Questa dichiarazione deve essere esibita in caso di controllo da parte degli organi competenti. Il lavoratore è però tenuto ad informare il datore di lavoro qualora durante l'anno fossero venuti meno i presupposti per il riconoscimento del beneficio, affinché il datore di lavoro recuperi il beneficio non spettante entro i termini di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno, provvedendo a sottoporre a imposizione fiscale e contribuzione l’intera somma erogata.
Ulteriore adempimento, da parte del datore di lavoro, è costituito dalla trasmissione alla Rappresentanza sindacale unitaria (RSU) dell’apposita informativa. Si tratta di una comunicazione che può anche non essere preventiva, ma deve comunque essere trasmessa entro la chiusura del periodo d’imposta 2025.
In sede di conguaglio, il datore di lavoro verifica che il valore dei fringe benefit rientrino nei limiti, tenendo conto anche di beni e servizi, rimborsi o somme erogate per utenze da altri datori di lavoro.
Qualora il tetto di esenzione risulti superato (INPS, messaggio n. 3884/2023), l’azienda deve:
Per quanto riguarda i premi di risultato erogati nell’anno 2025, il legislatore ha previsto una imposta sostitutiva, sul reddito delle persone fisiche e delle relative addizionali regionali e comunali, pari al 5%, maggiormente agevolante rispetto al 10% previsto in via ordinaria dalla Legge n. 208/2015 (articolo 1, comma 182).
Ricordiamo che affinché sia applicata l’imposta sostitutiva, il premio di risultato:
Quali sono le principali verifiche che il datore di lavoro deve effettuare entro la fine del 2025 sui fringe benefit?
Il datore di lavoro deve:
Come funziona la nuova esenzione fino a 5.000 euro per i lavoratori trasferiti?
La Legge di Bilancio n. 207/2025 introduce una misura straordinaria destinata ai lavoratori assunti a tempo indeterminato nel 2025 che si trasferiscono oltre 100 km dalla precedente residenza.
Le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per canoni di locazione o spese di manutenzione dell’abitazione locata sono esentate da IRPEF fino a 5.000 euro annui, limitatamente ai primi due anni dall’assunzione.
Tale esenzione:
In quali casi i premi di risultato possono beneficiare dellposta sostitutiva del 5%?
Nel 2025, i premi di risultato possono essere assoggettati a un’imposta sostitutiva del 5% (invece del 10% ordinario), purché:
L’applicazione dell’imposta sostitutiva comporta un risparmio fiscale per il lavoratore e un vantaggio competitivo per le aziende che incentivano i risultati in modo trasparente e tracciabile.
L’azienda Alfa S.r.l. ha 30 dipendenti. La dipendente Sara, madre di un figlio universitario di 22 anni, riceve nel 2025 buoni carburante e buoni spesa per un valore totale di 1.800 euro, oltre al rimborso delle utenze domestiche (300 euro).
L’azienda dovrà:
(prezzi IVA esclusa)