Premessa – Accanto all’ormai nota possibilità di poter ricevere i famosi 80 euro in busta paga, è destinata a nascere una nuova misura che eroga ulteriori 80 euro alle famiglie italiane: stiamo parlando del c.d. “bonus bebè”. Negli ultimi giorni, infatti, il premier Renzi ha annunciato a sorpresa un intervento in favore delle neo mamme, alle quali erogherà 80 euro per i prossimi tre anni. Misura, questa, che si aggiunge agli altri 80 euro (bonus Irpef), destinato ai lavoratori dipendenti titolari di un reddito inferiore a 26.000 euro, che diviene strutturale con la Legge di Stabilità 2015.
Fondo famiglia – Il bonus bebè, in realtà, è già contenuto nella bozza del Ddl Stabilità 2015, esattamente nell’art. 13 dove viene istituito un “Fondo famiglia” finanziato con una “dotazione di 500 milioni di euro annui a decorrere dal 1° gennaio 2015 da destinare al finanziamento a favore delle famiglie”. Conti alla mano, per 514.000 bambini nati (dati Istat 2013) la spesa per 1 anno è di circa 493 milioni di euro. Somma, questa, destinata a salire visto che ai quasi 500 milioni del 2015 si aggiungeranno i bambini nati nel 2016 e nel 2017. Al riguardo, pare che il Governo abbia imposto una soglia di reddito entro la quale è possibile fruire del bonus, pari a 90.000 euro, per evitare così che anche i super redditi possano godere della sovvenzione. Inoltre, sempre secondo fonti governative, si tratta di un provvedimento rivolto ai figli di tutti residenti anche se non sono cittadini italiani.
Precedenti bonus bebè - A tal proposito ricordiamo che anche la Riforma Fornero (L. n. 92/2012) e il Governo Berlusconi avevano previsto un bonus per le neo mamme. Esso fu introdotto per la prima volta nel 2006 come un contributo una tantum di 1.000 euro per i primogeniti. Dal 2012, invece, è intervenuta la Riforma Fornero (L. n. 92/2012), la quale ha concesso alle famiglie un bonus da 300 euro al mese per un massimo di 6 mesi nell’arco degli 11 mesi successivi al congedo obbligatorio. Finora le famiglie per ricevere il bonus, erogato sotto forma di voucher dell’Inps, da spendere per servizi di baby sitter o per l’iscrizione del figlio a un asilo accreditato, dovevano stabilire che non superassero la soglia massima di reddito concessa alla propria regione. Ora, invece, il Governo Renzi semplifica tale pratica garantendo in ogni caso la sovvenzione purché il potenziale percipiente guadagni meno di 90.000 euro lordi di rendita.
Bonus Irpef – Quanto al bonus Irpef (D.L. n. 66/2014) si specifica che il Ddl Stabilità 2015 lo ha reso strutturale, senza però estendere la platea dei potenziali beneficiari. Anche il limite reddituale entro il quale è possibile fruire degli 80 euro rimane lo stesso finora previsto. Quindi, il bonus spetta:
• nella misura intera pari a 960 euro annui, a condizione che il reddito lordo annuo complessivo, conseguito dal lavoratore nel periodo d’imposta, con esclusione di quelli soggetti a tassazione separata, non superi i 24.000 euro;
• in misura decrescente fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 26.000 euro di reddito, secondo la seguente proporzione: (26.000 - reddito complessivo ) / 2.000.
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