14 marzo 2016

Contratto a tutele crescenti: calano i licenziamenti

Per ogni 100 contratti stipulati due lavoratori in più hanno conservato il posto di lavoro

Autore: REDAZIONE FISCAL FOCUS
A distanza di un anno esatto dalla prima applicazione del contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act, l'Osservatorio Nazionale della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha condotto un’indagine che rileva un sostanziale calo dei licenziamenti. Per ogni 100 contratti a tempo indeterminato cessati, il 28,1% sono terminati per licenziamento economico (25,7%) o disciplinare (2,4%). Nel 2014, per ogni 100 analoghi contratti cessati con l’applicazione dell’articolo 18, la quota dei licenziamenti era pari al 31,3%, dei quali 29% per licenziamento economico e 2,3% per licenziamento disciplinare. Dal punto di vista della sopravvivenza (tenuta in vita) dei contratti a tempo indeterminato risulta che, in regime di tutele crescenti, per ogni 100 contratti stipulati due lavoratori in più hanno conservano il posto di lavoro.

Contratto a tutele crescenti – Per gli assunti dal 7 marzo 2015 è prevista una tutela indennitaria in caso di illegittimo licenziamento economico e disciplinare, pari a 2 mensilità per ogni anno di anzianità con un minimo di 4 mensilità. La nuova conseguenza sanzionatoria si pone come alternativa a quanto disposto dall’articolo 18 della Legge n. 300/1970 per gli assunti precedentemente alla data del 7 marzo 2015.

Analisi Osservatorio Nazionale CdL – Da un'elaborazione dei dati del Ministero del Lavoro sulle comunicazioni obbligatorie del III trimestre 2015 emerge che, nel periodo compreso tra il 7 marzo (data di entrata in vigore del decreto di attuazione del Jobs Act sul contratto senza articolo 18 per i nuovi assunti) e il 30 settembre 2015, per ogni 100 contratti cessati a tempo indeterminato, il 28,1% sono terminati per licenziamento economico (25,7%) o disciplinare (2,4%).

Nel 2014, per ogni 100 analoghi contratti cessati con l'applicazione dell'articolo 18, la quota dei licenziamenti era pari al 31,3%, di cui il 29% per licenziamento economico e il 2,3% per licenziamento disciplinare. Dal punto di vista della sopravvivenza dei contratti a tempo indeterminato risulta che, in regime di tutele crescenti, per ogni 100 contratti stipulati due lavoratori in più hanno conservano il posto di lavoro.

Un risultato confermato anche dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che il 4 febbraio 2016 ha pubblicato la nota inerente al IV trimestre del 2015 relativa ai movimenti di rapporti di lavoro registrati in Italia dal Sistema delle Comunicazioni Obbligatorie per il periodo ottobre-dicembre 2015. Nel trimestre in esame, rispetto allo stesso trimestre dell'anno prima, si registra un rilevante incremento degli avviamenti pari a +100,9%. A presentare riduzioni marcate sono, infatti, i rapporti di lavoro avviati in collaborazione (-40,4%), in apprendistato (-17,7%) e a tempo determinato (-7,7%). Ai 2,5 milioni di contratti avviati nel trimestre in esame, 1.874.798 sono i lavoratori interessati dalle nuove assunzioni, di cui il 53,5% uomini. Il numero di nuovi contrattualizzati mostra una crescita, rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima, del 17,8% a fronte di un aumento del volume di rapporti di lavoro avviati pari a +7,2%.
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