Nella terza decade dello scorso mese di maggio, sono giunte migliaia di notifiche da parte dell’INPS alle aziende che hanno fruito di benefici normativi e contributivi senza essere in possesso di un Durc regolare. L’attività di verifica, in particolare, ha interessato tutte le matricole aziendali che risultano attive nel mese di maggio 2015 e che presentino situazioni di irregolarità (semaforo rosso) accertate a partire da gennaio 2008 e tuttora sussistenti.
Tuttavia, secondo i CdL (che sono i professionisti ai quali viene indirizzato l’avviso di irregolarità) il semaforo rosso è scattato anche in caso di pagamenti frazionati da parte delle aziende, generando un’errata gestione dei preavvisi di irregolarità. In molti casi, infatti, le segnalazioni sono determinate dal mancato aggiornamento degli archivi dell’INPS e non da effettive condizioni di irregolarità.
A sostenerlo è il Presidente del CNO dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, che in una lettera inviata l’1 giugno scorso al neo presidente dell’INPS, Tito Boeri, ha evidenziato tutte le criticità del procedura.
Le stesse criticità, tra l’altro, sono emerse anche l’anno scorso con l’occasione dei preavvisi di maggio 2014. “Da quell’esperienza - sottolinea Marina Calderone - erano emersi diversi vulnus che dati alla mano dimostravano l'impossibilità per la procedura di mettere a sistema tutte le informazioni contenute negli stessi archivi dell'istituto”.
Gli errori – Purtroppo la suddetta esperienza non è servita a recuperare pienamente il gap tecnologico, in quanto da un primo esame dei presunti preavvisi di regolarità contributiva notificati in questi giorni, si evincono le stesse identiche criticità segnalate a suo tempo dai CdL. In particolare, la procedura del Durc interno non tiene in considerazione ai fini della verifica della regolarità contributiva:
• se l'azienda ha in corso una rateizzazione, sia in sede amministrativa che con il concessionario della riscossione;
• se il pagamento del debito è stato effettuato direttamente presso il concessionario della riscossione;
• se la sede provinciale ha inserito un codice di blocco in attesa dello storno contabile dei versamenti effettuati;
• se i versamenti sono stati effettuati in maniera frazionata, in quanto non è in grado di valutarne la congruità;
• se il pagamento non è stato effettuato nei termini, in quanto non è in grado di abbinare il versamento dell'F24, presente nell'archivio, con l'inadempienza presente in altra parte dello stesso archivio;
• se la sede provinciale non ha lavorato le richieste di regolarizzazione.
Durc online - Tutto questo si inquadra nella più vasta operazione che vede dal 1° luglio p.v. l’introduzione del Durc online, nuova procedura che dovrebbe permettere di verificare la regolarità contributiva delle aziende con maggiore precisione, senza duplicazioni e soprattutto, con i tre enti interessati (Inps, Inail e Casse edili) perfettamente interconnessi. La nuova procedura, però, che consentirà dalla suddetta data di ottenere il Durc in tempo reale, funzionerà solamente se gli archivi INPS sono aggiornati. In passato, infatti, è stato riscontrato che spesso la posizione delle aziende risultava irregolare non perché effettivamente tale ma per un mancato aggiornamento degli archivi, a cui gli operatori rimediano intervenendo manualmente.
Non bisogna dimenticare che il Durc interno scatta in presenza di agevolazioni contributive, quindi ogni mese, e le conseguenze di natura economica per le imprese possono essere rilevantissime.
Soluzione CdL – Alla luce di quanto su rilevato, secondo i CdL sarebbe meglio che le anomalie siano lavorate prima dalle Sedi INPS, dopodiché quelle non risolvibili si canalizzeranno in appuntamenti ad hoc, con preavviso sulla documentazione occorrente. Solo dopo questi passaggi, potranno partire le Pec con i termini perentori. In questo modo, si porrebbe fine al circolo vizioso che comporta l'invio di avvisi che non dovrebbero proprio essere emessi e che costringono il professionista e le aziende alla duplicazione di attività istruttorie già svolte.
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