Albergatori sul piede di guerra. Nei giorni scorsi, infatti, si è appresa purtroppo la notizia dell’introduzione di una nuova tassa a carico degli hotel; in particolare, stiamo parlando dell’“equo compenso Imaie”, il quale sarà calcolato sulla presenza in camera della tv e per la diffusione di film e di fiction. Il funzionamento di questa alquanto bizzarra tassa è molto semplice: gli hotel che avranno una tv in stanza dovranno pagare un importo che va tra i 32 ai 181 euro all’anno, in base alle stelle e al numero di stanze. Ma a rendere il tutto ancora più strano è il fatto che tali soldi serviranno ad alleggerire la pensione agli attori, in quanto andranno a rinvigorire le casse dell’Istituto mutualistico Artisti o Esecutori (Imae).
La notizia del nuovo balzello ha fatto scattare le ire degli albergatori della provincia di Savona, che non ci stanno e scrivono una missiva al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per evidenziare le forti perplessità della categoria.
“La pretesa è intollerabile” – tuona Angelo Berlangieri, Presidente dell’Unione Provinciale degli Albergatori della Provincia di Savona – “non tanto da un punto di vista dell’onere economico, che come detto è modesto, ma per una serie di questioni di principio fondamentali: gli albergatori già pagano alle reti televisive canoni e abbonamenti maggiorati, proprio in quanto pubblici esercizi, e le stesse reti a loro volta pagano diritti agli autori, ai produttori e agli interpreti/esecutori dei programmi – compresi film e simili – che trasmettono. Dunque, perché gli albergatori dovrebbero pagare di nuovo gli stessi diritti già pagati dalle reti? Gli albergatori ad oggi, già pagano per i televisori posseduti i diritti d’autore e i diritti ai produttori di fonogrammi. Perché aggiungere un altro onere e adempimento?”.
Equo compenso Imaie – L’equo compenso Imaie rientra tra i diritti audiovisivi degli artisti, interpreti o esecutori. In partica, qualora un’opera cinematografica e/o assimilata (ad es. film, fiction) viene economicamente sfruttata e/o pubblicamente utilizzata, attraverso qualsiasi modalità (es. vendita e noleggio dvd, diffusione in luoghi pubblici tramite televisione, messa a disposizione del pubblico via web), a questi ultimi spetta un equo compenso irrinunciabile che è a carico di coloro che esercitano i diritti di sfruttamento per ogni distinta utilizzazione economica.
La richiesta – Nella missiva indirizzata a Matteo Renzi, l’UPASV tenta di spiegare che “le TV in camera sono uno dei tanti servizi di ospitalità alberghiera, non certo un fattore di competitività o di ritorno economico diretto o indiretto. In un paese ‘normale’, nel rispetto dei diritti e doveri di tutti gli alberghi pagano solo canoni, abbonamenti e diritti d’autore, mentre le reti televisive, per la quali effettivamente la tipologia di film trasmessa ha una rilevanza economica in termini di audience e conseguenti flussi pubblicitari, riconoscono l’equo compenso agli interpreti ed esecutori”.
Per tutti i motivi appena illustrati, è stata avanzata la richiesta di adottare “un provvedimento che escluda da questo ingiusto onere gli alberghi, consapevoli peraltro di non arrecare danno né allo Stato – che nulla percepisce – né di fatto ai beneficiari del diritto, con un importo pro capite poco significativo che appare inferiore ai costi sopportati per fare fronte a questo ennesimo adempimento burocratico”.
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