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Premessa – Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha finalmente posto la firma sul tanto attesto decreto sugli esodati messo a punto dal ministro del Welfare, Elsa Fornero. Purtroppo i contenuti non sono proprio quelli desiderati dai sindacati e dai partiti di maggioranza. Infatti, come ampiamente previsto dal decreto “Salva-Italia”, la copertura finanziaria basta solamente per 65mila lavoratori che, avendo firmato accordi con le aziende per uscire dal mercato del lavoro, in quanto prossimi alla pensione secondo le vecchie regole, sono rimasti senza stipendio e pensione. Quindi, saranno solo una parte degli esodati presenti sul territorio nazionale a salvarsi, mentre la parte restante dovrà ancora attendere. Un vero e proprio esercito di esodati che potrebbe arrivare addirittura a 300 mila unità secondo quanto stimato dalle sigle sindacali; l’INPS ne ha contati 130 mila. Per quest’ultimi, in ogni caso, il Governo lascia aperto uno spiraglio per il futuro.
La nota di Palazzo Chigi – Infatti, in una nota di Palazzo Chigi viene affermato che “il Governo è consapevole che il provvedimento non esaurisce la platea di persone interessate alla salvaguardia come, in particolare, i lavoratori per i quali sono stati conclusi accordi collettivi di uscita dal mondo del lavoro e che avrebbero avuto accesso al pensionamento in base ai previgenti requisiti, a seguito di periodi di fruizione di ammortizzatori sociali”. Pertanto, “il Governo s’impegna per questi altri lavoratori a trovare soluzioni eque e finanziariamente sostenibili”.
Chi si salva? – Il decreto interministeriale, composto da 8 articoli, individua dunque la ripartizione dei soggetti interessati ai fini della concessione del beneficio. In particolare, si tratta di: 25.590 lavoratori in mobilità; 3.460 lavoratori in mobilità lunga; 17.710 lavoratori che hanno avuto accesso ai fondi di solidarietà; 10.250 prosecutori volontari; 950 lavoratori esonerati dal servizio nella P.A.; 6.890 lavoratori cessati per licenziamenti individuali, collettivi o risoluzioni consensuali; 150 lavoratori in congedo per assistere i figli con disabilità grave.
La gestione delle domande – A svolgere il compito di esaminare le richieste di accesso al beneficio sarà lo stesso INPS. Unica eccezione è prevista per i lavoratori esonerati, genitori di disabili e i lavoratori cessati dal D.L. 216/2011, per i quali occorre inoltrare una domanda preliminare che sarà esaminata da apposite commissioni costituite presso le D.T.L. che comunicheranno le decisioni assunte all’INPS per via telematica.
Gli esclusi – Ora, pubblicato il suddetto decreto, il Governo dovrà immediatamente mettersi all’opera per trovare una soluzione adeguata per la parte restante degli esodati. Su questo punto, i sindacati, come anche il Pd, stanno lavorando insieme alla Commissione Lavoro alla Camera a un provvedimento di salvaguardia per tutti gli esodati, basato sulla tipologia dei lavoratori piuttosto che sul loro numero.