23 dicembre 2014

Finanziaria 2015. Le news in materia di lavoro

Autore: Redazione Fiscal Focus
Premessa –Il maxiemendamento al DdL di Stabilità 2015, approvato nella nottata di venerdì scorso dal Senato, ha ottenuto ieri sera l’ok definitivo dalla Camera con 307 voti favorevoli e 116 voti contrari. Il nuovo testo, interamente sostitutivo della legge di Stabilità, prevede un unico articolo con ben 755 commi, tra i quali spuntano interessanti misure in materia di lavoro: stabilizzazione del bonus 80 euro, sgravio contributivo triennale per le assunzioni a tempo indeterminato, TFR in busta paga, eliminazione delle penalità (fino al 31.12.2017) per chi andrà in pensione anticipata, bonus bebè, ecc. Ma vediamoli nel dettaglio.

Bonus 80 euro - Partiamo dal bonus 80 euro. A tal proposito, la Legge di Stabilità 2015 ha reso strutturale la misura contenuta nell’art. 1 del D.L. n. 66/2014 (c.d. Decreto Renzi) anche per l’anno 2015. L’agevolazione, in particolare, presenta un’unica novità rispetto alla suddetta norma: da quest’anno, infatti, l’incentivo economico non viene più erogato sotto forma di credito d’imposta, ma diventa una detrazione. Non cambia la platea dei destinatari, quindi niente da fare per: pensionati, partite Iva e incapienti che non rientrano tra i destinatari dell’agevolazione. Quanto all’importo del bonus, occorre segnalare l’aumento da 640 euro (originariamente erogati da maggio a dicembre) a 960 euro annui. Esso sarà ad “importo fisso”, senza distinzioni, nella fascia tra gli 8.000 e i 24.000 euro di reddito annuo. Per chi percepisce invece un reddito superiore ai 24.000 euro, ma fino a 26.000 euro, è previsto un “meccanismo di décalage”. In pratica, il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 26.000 euro, diminuito del reddito complessivo e l’importo di 2.000 euro.

TFR in busta paga - Accanto alla possibilità di poter destinare il Tfr in un fondo di previdenza complementare oppure mantenerlo semplicemente in azienda per fruirne in caso di interruzione del rapporto di lavoro, il governo Renzi introduce una terza possibilità per i lavoratori del settore privato: ossia quella di poter anticipare, su base volontaria, il proprio trattamento di fine rapporto (ora chiamato “PIR”, ossia parte integrativa di retribuzione) mensilmente in busta paga. La misura, introdotta in via sperimentale, vale per un triennio, ossia dal 1° marzo 2015 fino al 30 giugno 2018 (40 mesi in tutto). Qualora il lavoratore opti per l’anticipo non può revocare la proprio scelta fino al 30 giugno 2018. Inoltre, uno dei punti più discussi della novità in questione, è la tassazione che si applica sulla PIR, ossia l’aliquota marginale IRPEF ordinaria. Ciò comporterà, quindi, un prelievo fiscale a carico dei lavoratori più pesante rispetto al Tfr considerato come “buonauscita” o a quello investito nella previdenza integrativa.

Sgravi contributivi - Sul fronte delle assunzioni, la Legge di Stabilità 2015 porta in dotazione un’interessante agevolazione per le imprese, recante l’obiettivo di risollevare le sorti dell’occupazione nel nostro Paese. Infatti, le imprese del settore privato che procedono- a decorrere dal 1° gennaio 2015 - a una nuova assunzione a tempo indeterminato, potranno godere di uno sgravio contributivo totale di durata triennale (36 mesi). Quindi, le imprese che procedono a un’assunzione, nell’anno 2015, sono esenti al 100% dal pagamento contributivo per ben tre anni, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL. A essere agevolate sono esclusivamente le nuove assunzioni dei datori di lavoro del settore privato, con esclusione del settore agricolo. L’agevolazione, inoltre, non varrà per: i lavoratori domestici e per gli apprendisti. Quanto all’importo dell’agevolazione, essa avrà un limite massimo annuo di 8.060 euro. Conti alla mano, l'azzeramento dei contributi arriverebbe fino a circa 24.180 euro di salario.

Misure per la famiglia
– Altra interessante norma riguarda l’ormai noto “bonus bebè” che ha l’obiettivo di incentivare la natalità e contribuire alle spese che le famiglie devono sostenere per il mantenimento del proprio figlio. Esso vale 960 euro su base annua (80 euro al mese) i quali verranno erogati mensilmente a decorrere dalla data di nascita o adozione del bimbo e per una durata di tre anni dalla nascita o adozione del bimbo stesso. L’agevolazione scatta dal 1° gennaio 2015 e vale fino al 31 dicembre 2017. L’erogazione del bonus bebè è legata a un “limite reddituale” oltre il quale l’assegno non opera. Infatti, la norma dispone che l’agevolazione può essere erogata a condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente l'assegno sia in una condizione economica corrispondente a un valore dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 25.000 euro annui. Tuttavia, qualora tale limite non superi i 7.000 euro annui, l'importo dell'assegno è raddoppiato. La nuova disposizione include anche i cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno UE, c.d. soggiornanti di lungo periodo (in Italia da almeno 5 anni).

Altre novità –
Infine, la Manovra Finanziaria introduce numerose altre novità in materia di lavoro: dall’eliminazione delle penalizzazioni per chi andrà in pensione anticipata (fino al 31.12.2017) e non abbia ancora compiuto 62 anni all’aumento degli stanziamenti degli ammortizzatori sociali, passando per il riconoscimento dell’integrazione della pensione in favore dei lavoratori esposti all’amianto.
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