27 aprile 2012

Flessibilità in entrata. Cambiamenti in vista

Sono attualmente allo studio importanti emendamenti al decreto sulla riforma del mercato del lavoro
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – Il lungo cammino del D.D.L. , atteso per metà maggio dalla commissione Bilancio del Senato per la fiducia, sta giungendo finalmente a termine. Tuttavia, molti sono ancora i nodi da sciogliere, così come dimostranogli oltre 800 emendamenti presentati, di cui 300 sono del Pdl. Infatti, in queste ultime ore i partiti di maggioranza stanno studiando alcune modifiche destinate a “migliorare”, previo consenso del Governo,il testo della riforma del lavoro. Come previsto, le correzioni riguardano soprattutto la c.d. “flessibilità in entrata”, tra cui: l’introduzione del certificato che attesta la volontarietà dell’apertura della partita IVA; l’introduzione di una franchigia nei contratti a termine pari al 6% dell’organico totale per contratti di durata massima di 36 mesi; l’eliminazione delle percentuali di stabilizzazione per assumere un apprendista, rimettendo tale decisione al C.C.N.L. di riferimento; e infine, introduzione di una delega per la regolazione dei licenziamenti disciplinari nelle P.A., per i quali dovrà essere razionalizzata la struttura attuale della sanzione e introdotta una tipizzazione delle ipotesi che possono giustificare il licenziamento per motivi soggettivi. Dunque, un mix di novità che preoccupa non poco i due relatori, Maurizio Castro (Pdl) e Tiziano Treu (Pd), i quali potrebbero indurre il Governo a dividere il testo in più parti per accelerare il lavoro.

Finte partita IVA –Sulla questione delle finte partita IVA si prevede una sorta di scudo contro la presunzione di co.co.co. prevista nell’attuale riforma del lavoro, che fa scattare inevitabilmente l’assunzione qualora si verificassero due delle seguenti condizioni: più del 75% del reddito complessivo percepito presso lo stesso datore di lavoro; durata del rapporto superiore a sei mesi;postazione fissa presso il committente. Dunque, secondo gli emendamenti proposti, tale presunzione diventa inapplicabile per le partite IVA certificate autonomamente presso le Camere di commercio di riferimento, ovvero per i lavoratori autonomi con un compenso minimo o, ancora, quando la genuinità imprenditoriale è dimostrata da “profili oggettivi della prestazione” o da quelli “soggettivi”.

Contratto a termine –L’altra importante novità riguarda l’eliminazione del fastidioso “causalone”, introducendo invece una franchigia del 6% dell’organico totale per le assunzioni fino a 36 mesi.

Apprendistato –Per quanto riguarda il contratto maestro, che dovrebbe appunto essere lo strumento chiave per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, è prevista l’eliminazione delle percentuali di stabilizzazione rimettendo alla contrattazione collettiva il compito di individuare le quote di apprendisti da confermare.

I licenziamenti disciplinari –Sul fronte dei licenziamenti disciplinare invece, il ministro della P.A. e della semplificazione, Filippo Patroni Griffi, sta pensando d’introdurre una delega per gli statali. Si tratta di una serie di ipotesi di giustificato motivo soggettivo che punta a ricalibrare il sistema delle sanzioni conservative o espulsive che, tra l’altro, sono differenziate a seconda se si tratti di funzionari o di dirigenti. In sostanza, tale delega ha lo scopo di rendere più certe le situazioni che fanno scattare il licenziamento in casi disciplinari.

Altre novità –Infine, occorre segnalare alcune novità anche sul versante contributivo, con l’allargamento della platea degli esentati dall’aumento contributivo dell’1,4% (gli stagionali individuati dalle parti in contrattazione), mentre le maggiori entrate generate dall’aumento dei contributi dei parasubordinati dovrebbero essere destinati al rafforzamento della mini-AspI. Inoltre, dovrebbe ampliarsi anche agli imprenditori commerciali la possibilità di utilizzo dei c.d. voucher (buoni lavoro).

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