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Premessa - Gli avvocati si assicurano la pensione di scorta. Sono, infatti, circa 20mila gli avvocati che hanno aderito alla possibilità, avviata quest’anno, di effettuare un versamento integrativo del contributo obbligatorio per incrementare il proprio assegno pensionisitico, al termine della loro vita professionale. Da una prima indagine condotta dalla Cassa forense è già possibile ipotizzare che tale opportunità è stata maggiormente colta da una fascia reddituale medio-alta. Inoltre, il tetto massimo stabilito è pari a 9mila euro annui, circa 750 euro in più al mese. È questa, in sostanza, la notizia fondamentale che emerge dal XXI congresso nazionale dell’Associazione italiana dei giovani avvocati tenutosi in data 21 ottobre 2011 a Catania.
L’integrativa - I legali non si fanno sfuggire l’opportunità di vedersi corrispondere l’integrativa sulla pensione, al termine della loro vita professionale. Opportunità che è stata concessa quest’anno a tutti coloro che sono iscritti alla Cassa forense, compilando e inviando telematicamente, l’apposito “Modello 5” entro il 30 settembre 2011. In tale modello, occorre indicare il reddito professionale IRPEF netto, denunciato con modello Unico, relativamente all’anno solare anteriore alla presentazione della dichiarazione al Fisco, nonché il volume di affari IVA relativo al medesimo anno.
Alberto Bagnoli – Alberto Bagnoli, presidente della Cassa forense, nel corso dei lavori del XXI congresso nazionale dell’Associazione italiana dei giovani avvocati tenutosi in data 21 ottobre 2011 a Catania ha commentato soddisfatto che: “ad oggi, ci sono già 20mila legali che hanno inviato il modello 5, contenente la comunicazione obbligatoria del reddito netto e del volume d'affari Iva, in via telematica. E, proprio in occasione di questo recentissimo inoltro”, il 10% dei professionisti ha “chiesto di sottoscrivere la quota modulare della pensione, realizzando cioè entro la fine del 2011” un'ulteriore contribuzione “volontaria”, un segnale “molto importante per noi, perché ci ritroviamo un po' in concorrenza con la previdenza complementare, che adesso vuole rilanciarsi attraverso la Covip ed il ministero delle finanze”.
Incentivo per i giovani avvocati – Nonostante il successo dell’iniziativa e la fiducia che ripongono la maggior parte degli avvocati alla Cassa forense, il numero uno dell’istituto afferma che occorre sostenere, in un percorso di crescita, la fascia più debole dell’avvocatura, ovvero gli under 45, i quali risultano tra i meno iscritti alla Cassa. Infatti, Alberto Bagnoli, rivolto agli under 45 riuniti nella città etnea ha affermato che uno dei traguardi primari sarà “recuperare la posizione dei giovani che non figurano negli elenchi della cassa, ma sono tenuti all'iscrizione alla gestione separata dell'INPS. Intendiamo creare degli incentivi per favorire il loro ingresso”. Occorre sottolineare che le stime sulle entrate del mondo forense non sono confortanti, poiché “il reddito medio è tornato ai livelli di dieci anni fa, quando si è interrotto un trend di crescita e, negli ultimi tre anni, complice la crisi economica”, ha concluso Bagnoli, il guadagno è calato “all'incirca del 10%”. Infine, il presidente dell’Istituto fa un appunto sulle manovre in atto dal Governo, lamentando poca considerazione nei confronti dell’avvocatura. Infatti, al riguardo Bagnoli afferma che: “è possibile che possa incrinare ulteriormente la fiducia della categoria in un futuro migliore, visto che da un lato si riparla di abolizione delle tariffe minime, e dall'altro si ipotizza una società di professionisti, ma non si comprende che compagine, che scopo e che contenuti dovrebbe avere”.