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Professionisti non iscritti alla cassa - Con l’operazione Poseidone saranno assoggettati a controlli anche i soggetti che hanno dichiarato, nel quadro RE del modello PF anno 2006 (periodo d'imposta 2005), redditi superiori a 50mila euro. L'accertamento si concentra sui professionisti che hanno segnalato redditi da attività riconducibili, in base a specifici codici Ateco, a studi legali, di architettura, servizi di ingegneria integrata, servizi forniti da dottori commercialisti, ragionieri e attività professionali sanitarie non mediche indipendenti. Tuttavia, in base alla verifica delle informazioni contenute nel casellario previdenziale, questi professionisti non risultano contribuenti alla relativa Cassa professionale.
I controlli dell’Inps - Le risultanze dell’incrocio con le banche dati dell’Agenzia delle Entrate hanno fornito la possibilità di sottoporre a verifica circa 120.000 libero professionisti e circa 450.000 soci di società non iscritti a nessuna gestione previdenziale dell’Istituto (con il requisito di abitualità e prevalenza nello svolgimento dell’attività commerciale). Si tratta della seconda fase dell'operazione Poseidone, la stretta che l'Inps ha promosso già nel 2009 e che ha portato all'istituto oltre 20mila nuovi iscritti (il 45% di quelli che erano emersi dall'incrocio dei dati forniti dall'Agenzia). L'operazione, resa possibile anche dagli accordi di collaborazione siglati dai diversi enti per una strategia comune di lotta all'evasione, consente di controllare la posizione contributiva dei liberi professionisti e dei soci di società non iscritti ad alcuna gestione previdenziale. In questo specifico caso, tuttavia, il rischio era che si creasse una sovrapposizione di controlli tra INPS ed enti previdenziali privati (Adepp) per i professionisti iscritti ad albi come Enpam, Inarcassa, Cassa forense se avvocato, ecc.
Messaggio Inps 13312/2011 - L’Inps nel messaggio n. 13312/2011 ha, quindi, spiegato che ai professionisti è stata inviata una lettera. L'ente li ha invitati a pagare quei contributi dovuti alla Gestione separata che non sono stati versati. L'obbligo contributivo a una Cassa professionale, spiega la direzione centrale Entrate dell'Inps, può (lo prevedono specifici regolamenti in vigore presso alcune casse professionali autonome) venir meno. La conseguenza, secondo l'Inps, è che un contribuente, non obbligato alla contribuzione previdenziale riferita alla Cassa, deve comunque versare alla Gestione separata. L'ente di previdenza ha prima individuato i professionisti che erano stati esclusi in una prima fase dell'accertamento, poi ha incrociato le informazioni contenute negli archivi del casellario dei lavoratori attivi e in quello dei pensionati. L’obiettivo era escludere quelli in regola con il pagamento dei contributi soggettivi alla Cassa di riferimento, i pensionati di quegli enti, gli over 65 e i contribuenti di casse esclusive (quali notai, medici, chimici, giornalisti, psicologi eccetera).