9 ottobre 2014

Jobs act. Arriva il “sì” dal Senato

Ok all’art. 18 per licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati disciplinari particolarmente gravi. Indennizzo economico per quelli economici

Autore: Redazione Fiscal Focus
Premessa – Dopo il rinvio di martedì scorso e la sospensione della seduta nella mattinata di ieri, alla fine, come previsto nei giorni scorsi dal premier Matteo Renzi, il maxiemendamento sul disegno di legge Jobs act è riuscito a strappare, tra urla e proteste – con tanto di espulsione dall’Alula del capogruppo M5S, Vito Petrocelli - il fatidico voto di fiducia ieri sera al Senato. Da una prima lettura del maxiemendamento è possibile notare come il Governo abbia dato notevole importanza al contratto a tempo indeterminato, ponendolo come forma “privilegiata”, quindi sarà reso ''più conveniente rispetto agli altri tipi di contratto in termini di oneri diretti e indiretti''. Sull’argomento più caldo del maxiemendamento, ossia l’art. 18, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha affermato che “il governo intende modificare il regime di reintegro, così come previsto dall'articolo 18, eliminandolo per i licenziamenti economici e sostituendolo con un indennizzo economico, crescente con l'anzianità''. L'articolo 18 resta per ''i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare particolarmente gravi, previa qualificazione specifica della fattispecie''. Ma vediamo ora nel dettaglio le cinque deleghe presentate al Governo in materia di ammortizzatori sociali, politiche attive per il lavoro, semplificazione delle procedure, riordino delle forme contrattuali e tutele di maternità.

Contratti – Partendo dalle forme contrattuali, è ormai noto che il Governo – nel riordinare le tipologie di contratti oggi esistenti - intende introdurre per le nuove assunzioni il “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio”. A tal proposito, si è discusso ampiamente sulle sorti dell’art. 18 che abbandonerebbe i lavoratori nella prima parte del rapporto lavorativo per poi ritornare con il proseguo dell’anzianità di servizio. Sul tema, il premier ha spiegato alle parti sociali che verrà confermata la reintegra per i licenziamenti discriminatori (in quanto protetti dalla Costituzione), mentre per quelli disciplinari ci sarà un’individuazione delle fattispecie più rilevanti che saranno tipizzate, con l’obiettivo di ridurre la discrezionalità del giudice in sede di controversia. Sarà prevista, inoltre, l’introduzione – probabilmente in via sperimentale – del compenso orario minimo, applicabile a tutti rapporti di lavoro subordinato e alle collaborazioni coordinate e continuative. L’emendamento governativo prevede anche la possibilità, in sede di legislazione delegata di “revisionare” la “disciplina delle mansioni, contemperando l'interesse dell'impresa all'utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l'interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell'inquadramento”.

Controlli a distanza – Viene confermata anche la “revisione della disciplina dei controlli a distanza, tenendo conto dell'evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore”.

Voucher - Altra importante modifica inserita nel maxiemendamento riguarda il lavoro occasionale, in particolare il limite economico massimo percepibile dal lavoratore. Infatti, la versione originaria della delega prevedeva una rivisitazione del limite economico, il testo attuale invece conferma il tetto dei 5.000 euro netti annui.

Ammortizzatori sociali – In materia di ammortizzatori sociali, la delega intende assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori. In particolare, in caso di disoccupazione involontaria, il Governo è chiamato a prevedere tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, mediante una razionalizzazione della normativa in materia di integrazione salariale. A tal proposito, s’intende estendere l’applicazione dell’ASpI anche ai lavoratori con contratti di co.co.co.

Agenzia nazionale per l’impiego –
In tema di politiche attive, la delega prevede la realizzazione di un’Agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata da Stato, regioni, province autonome e vigilata dal Ministero dal Lavoro. Altro punto focale della delega riguarda la valorizzazione e rafforzamento dell’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro.

Tutele per la maternità –
Infine, importanti tutele saranno previste anche per le mamme mediante l’introduzione a carattere universale dell’indennità di maternità, quindi anche per le mamme che versano i contributi nella gestione separata dell’INPS.
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