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Il bonus bebè - Il bonus bebè introdotto dalla Legge Finanziaria del 2006, è un premio annunciato a suo tempo con una lettera del Presidente del Consiglio per agevolare le famiglie (che non avevano un reddito complessivo superiore a 50 mila euro), per ogni figlio nato o adottato nel 2005, o per ogni secondo o ulteriore figlio nato o adottato nel 2006.
Restituzione senza sanzioni - Anche la manovra Bis si è interessata del bonus bebè, infatti in un emendamento al disegno di legge di conversione del DL 138/2011, approvato in Commissione Bilancio, viene previsto che il bonus di cui sopra, nelle ipotesi di percezione indebita, da parte famiglie che hanno superato il reddito complessivo di 50 mila euro, potrà esser restituito entro tre mesi dall’entrata in vigore delle manovra bis, senza nessuna sanzione amministrativa o penale. In più, se eventualmente nei mesi scorsi, è stato attivato qualche procedimento penale in tal senso, questo viene automaticamente sospeso per estinguersi con l’avvenuto pagamento.
Le lettere del Ministero - Molte famiglie, nei mesi scorsi si erano viste recapitare dal Ministero dell’Economia, una nota di contestazione del bonus previsto dalla legge n. 266 del 2005, suscitando non poche polemiche tra le associazioni dei consumatori oltre che tra le famiglie.
Sta di fatto, che a seguito di verifiche effettuate dall’ Agenzia delle Entrate, era emerso che circa 8 mila famiglie, distraendosi sul reddito da inserire nell’ autocertificazione, avevano beneficiato indebitamente del bonus bebè. Si ricorda che per poter beneficiare di tale bonus, la famiglia del nuovo nato doveva possedere un reddito complessivo non superiore a 50 mila euro. La nota avvisava i destinatari, che nel caso di utilizzo di una autocertificazione mendace per percepire illecitamente tale somma, sarebbe partita la segnalazione alla Procura della Repubblica.
La restituzione del bonus - A seguito della nota del Ministero, l’Amministrazione Finanziaria richiedeva la restituzione del bonus indebitamente percepito entro trenta giorni dal ricevimento della lettera e nei casi di falsa autocertificazione (accertata dal giudice), vi era la previsione di una sanzione amministrativa (versamento di 3 mila euro).
Una disposizione non molto chiara - In merito bisogna ricordare che molte famiglie, già si erano rivolte alle associazioni dei consumatori rilevando di essere stati indotti nell’ errore e che nessuno aveva comunicato che per usufruire del bonus, il limite di reddito era di 50mila euro lordi e non netti, oppure che bisognava o meno indicare il reddito dell’abitazione principale, per cui ne hanno fatto richiesta famiglie che ritenevano di averne diritto, ed invece a seguito di controlli dell’Agenzia delle Entrate è emerso che il limite di reddito era stato superato.
Il bonus bebè - Il bonus bebè introdotto dalla Legge Finanziaria del 2006, è un premio annunciato a suo tempo con una lettera del Presidente del Consiglio per agevolare le famiglie (che non avevano un reddito complessivo superiore a 50 mila euro), per ogni figlio nato o adottato nel 2005, o per ogni secondo o ulteriore figlio nato o adottato nel 2006.
Restituzione senza sanzioni - Anche la manovra Bis si è interessata del bonus bebè, infatti in un emendamento al disegno di legge di conversione del DL 138/2011, approvato in Commissione Bilancio, viene previsto che il bonus di cui sopra, nelle ipotesi di percezione indebita, da parte famiglie che hanno superato il reddito complessivo di 50 mila euro, potrà esser restituito entro tre mesi dall’entrata in vigore delle manovra bis, senza nessuna sanzione amministrativa o penale. In più, se eventualmente nei mesi scorsi, è stato attivato qualche procedimento penale in tal senso, questo viene automaticamente sospeso per estinguersi con l’avvenuto pagamento.
Le lettere del Ministero - Molte famiglie, nei mesi scorsi si erano viste recapitare dal Ministero dell’Economia, una nota di contestazione del bonus previsto dalla legge n. 266 del 2005, suscitando non poche polemiche tra le associazioni dei consumatori oltre che tra le famiglie.
Sta di fatto, che a seguito di verifiche effettuate dall’ Agenzia delle Entrate, era emerso che circa 8 mila famiglie, distraendosi sul reddito da inserire nell’ autocertificazione, avevano beneficiato indebitamente del bonus bebè. Si ricorda che per poter beneficiare di tale bonus, la famiglia del nuovo nato doveva possedere un reddito complessivo non superiore a 50 mila euro. La nota avvisava i destinatari, che nel caso di utilizzo di una autocertificazione mendace per percepire illecitamente tale somma, sarebbe partita la segnalazione alla Procura della Repubblica.
La restituzione del bonus - A seguito della nota del Ministero, l’Amministrazione Finanziaria richiedeva la restituzione del bonus indebitamente percepito entro trenta giorni dal ricevimento della lettera e nei casi di falsa autocertificazione (accertata dal giudice), vi era la previsione di una sanzione amministrativa (versamento di 3 mila euro).
Una disposizione non molto chiara - In merito bisogna ricordare che molte famiglie, già si erano rivolte alle associazioni dei consumatori rilevando di essere stati indotti nell’ errore e che nessuno aveva comunicato che per usufruire del bonus, il limite di reddito era di 50mila euro lordi e non netti, oppure che bisognava o meno indicare il reddito dell’abitazione principale, per cui ne hanno fatto richiesta famiglie che ritenevano di averne diritto, ed invece a seguito di controlli dell’Agenzia delle Entrate è emerso che il limite di reddito era stato superato.