25 agosto 2015

Lavoro nero. Evasione da 25 miliardi di euro all’anno

Ecco i dati forniti dalla Fondazione Studi CdL sul “lavoro nero”

Autore: Redazione Fiscal Focus
2 milioni di lavoratori annui completamente sconosciuti alle autorità pubbliche, 41 miliardi e 837 milioni di euro annui di retribuzioni corrisposte “in nero” e 25 miliardi di euro di imposte e contributi complessivamente evase. Numeri di assoluto rilievo quelli emersi dallo studio condotto dalla Fondazione Studi CdL, che analizza i dati delle ispezioni concluse da Ministero del Lavoro, INPS e INAIL nell'anno 2014 e nel primo semestre 2015.
I dati - Nel corso del 2014 sono state ispezionate 221.476 aziende da Ministero del Lavoro, INPS e INAIL. Da quest'attività di vigilanza sono stati scoperti 77.387 rapporti di lavoro non denunciati, quindi gestiti "in nero". Si tratta di una percentuale del 34,94%.
Nel primo semestre 2015 è andata un po' meglio, ma su 106.849 imprese ispezionate da Ministero del Lavoro, INPS e INAIL, sono stati individuati circa 31.394 lavoratori totalmente "in nero", ossia il 29,38%. In media ogni tre aziende ispezionate si scopre un lavoratore totalmente non registrato.

Lavoratori “in nero” - In considerazione di quanto appena affermato, e tenuto conto che in Italia sono presenti circa 6 milioni di imprese registrate alle Camere di commercio, oltre a 1 milione di ulteriori aziende e/o organismi non iscritte, la stima nazionale è di oltre 2 milioni di soggetti (2.100.000) che ogni anno lavorano completamente in nero.

Mancato gettito – Ma il dato che maggiormente preoccupa lo Stato è il mancato gettito da lavoro sommerso, che produce circa 25 miliardi di euro (pari a 1,5% di Pil). "Sono dati che devono fare riflettere sia dal punto di vista della sicurezza sociale che dal punto di vista economico-finanziario - commenta Rosario De Luca, presidente Fondazione Studi Consulenti del Lavoro - Avere rapporti di lavoro regolari crea certamente una limitazione ai casi di tragico sfruttamento, d'attualità purtroppo non solo in questi giorni. E metterebbe a disposizione della collettività cifre molto importanti, vicine a quelle di una Legge di Stabilità”.
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