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Premessa – Nasce la campagna nazionale per la prevenzione delle malattie professionali. A promuoverla sono l’INAIL, i ministri della Salute, Renato Balduzzi, e del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero, le Regioni e le Province autonome, in collaborazione con le organizzazioni sindacali e le organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro. Con il dichiarato obiettivo di richiamare l'attenzione di tutti i soggetti coinvolti sui principali fattori di rischio, il piano di prevenzione punta a elevare i livelli di prevenzione sul lavoro realizzando una più ampia acquisizione di conoscenze e consapevolezze, al punto da incidere sui comportamenti quotidiani di tutti i soggetti coinvolti. Quindi, la campagna non intende soltanto fornire le informazioni base per prevenire eventuali malattie, bensì insegna un nuovo stile di vita nella conduzione dell’attività lavorativa in cui la parola chiave è “prevenzione”.
Le aree di prevenzione – Durante l’attività lavorativa, il lavoratore è spesso sottoposto ad alcuni fattori di rischio sottovalutati e conoscerli può aiutare a prevenirne gli effetti negativi. Dunque, gli obiettivi minimi della campagna sono quelli di prevenire i disturbi muscolo-scheletrici e le malattie respiratorie, con riferimento in particolare ai settori dei trasporti, dell'agricoltura e della grande distribuzione. In particolare, i destinatari principali dell'iniziativa sono i datori di lavoro e i loro collaboratori, i lavoratori e i loro rappresentanti, i responsabili dei servizi di prevenzione e protezione delle aziende e i medici. Questi ultimi, infatti, per i diversi ruoli che rivestono in ambito sanitario, sono figure centrali per la ricerca e l'emersione delle malattie professionali e lavoro-correlate.
Le statistiche – Volgendo uno sguardo ai dati statistici dell'INAIL è possibile osservare un andamento delle malattie professionali in forte crescita negli ultimi anni in tutte le aree del nostro Paese. Infatti, nel quinquennio 2006-2010 le denunce sono incrementate da 26.745 a 42.397. Secondo l’INAIL, tale aumento è dovuto dalle numerose politiche di sensibilizzazione per favorire l'emersione delle cosiddette malattie "nascoste", culminato con l'entrata in vigore del D.M. del 9 aprile 2008, che ha in pratica incluso molte patologie che in precedenza ne erano escluse, esonerando il lavoratore dall'onere della prova della loro origine lavorativa e incentivando così il ricorso alla tutela assicurativa. Altro fattore da considerare che contribuisce all’aumento delle suddette denunce sono le denunce “plurime”, cioè la denuncia contemporanea di più malattie da parte di un unico lavoratore.
Le malattie – Delle 42.397 denunce, più della metà (60%) riguarda le malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee, dovute prevalentemente a sovraccarico bio-meccanico. Tra queste, nel dettaglio, spiccano le affezioni dei dischi intervertebrali (oltre 9.000 denunce) e le tendiniti (più di 8.000), che sono più che raddoppiate nell'ultimo quinquennio. Seguono l'ipoacusia da rumore (circa 6.000 casi all'anno), le malattie da asbesto (asbestosi, neoplasie e placche pleuriche), con oltre 2.000 casi all'anno, e le malattie respiratorie, che sono circa 2.000 all'anno, escludendo quelle correlate all'asbesto.
Pubblicità - Per tutto il mese di giugno, la campagna nazionale di prevenzione delle malattie professionali sarà veicolata attraverso manifesti, banner e spot che saranno diffusi attraverso la stampa quotidiana e periodica, la televisione, internet e i principali network radiofonici nazionali. Sono previste, inoltre, affissioni nei canali pubblicitari delle autostrade e la trasmissione di uno spot di 30 secondi in più di 1.500 sale cinematografiche nell'arco di due settimane, a partire dal 14 giugno.