19 settembre 2013

Occupazione. Spunta il contratto di reinserimento

Nel Cdm di oggi verrà discussa l’ipotesi di introdurre il contratto di reinserimento
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – Dopo l’abrogazione del contratto di inserimento ad opera della Riforma Fornero (L. n. 92/2013), ecco spuntare una nuova tipologia di contratto: il contratto di reinserimento. In pratica, esso incentiva l’assunzione di quanti hanno perso il lavoro dando all’impresa la libertà di licenziare in qualsiasi momento. E non solo. Il Governo intende introdurre ulteriori provvedimenti per rendere l’apprendistato ancora più semplice e snellire il testo unico del lavoro. Le novità fanno parte dell’insieme di incentivi previsti dal piano “Destinazione Italia”, che verrà discusso nel Cdm odierno.

Contratto di reinserimento – Mediante il contratto di reinserimento viene data la possibilità all’impresa che assume un lavoratore con contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato per oltre 12 mesi, di stipulare un contratto di reinserimento con un secondo lavoratore iscritto alle liste di mobilità o in CIGS, o che beneficia dell’ASpI, per la rimanente durata del trattamento di sostegno al reddito. Con tale meccanismo il lavoratore conserva la facoltà di recedere liberamente dal contratto senza alcun preavviso, mentre il lavoratore tornerà a fruire liberamente del trattamento di sostegno al reddito. Inoltre, ed è questo il vantaggio economico più importante per il datore di lavoro, per tutta la durata del contratto di reinserimento dovrà versare il solo trattamento integrativo dell’ASpI, senza pagare imposte e contributi.

Altre misure
– Altra novità che verrà discussa oggi è il riordino – mediante delega concessa al Governo - del T.U. del lavoro, al fine di renderlo più semplificato e facilmente comprensibile e disponibile anche in inglese. Infine, s’intende potenziare il contratto d’apprendistato introducendo una quarta tipologia accanto ai tre già esistenti (apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale; apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere; apprendistato di alta formazione e ricerca). L’intenzione è quella di rimettere la disciplina all’autonomia contrattuale delle parti, che preveda una formazione semplificata, condotta solo “on the job” e a carico dell’azienda.

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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