5 febbraio 2013

Piccola mobilità al palo

Rimane ancora bloccata la “piccola mobilità”, in quanto manca la copertura finanziaria
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – A decorrere dal 1° gennaio 2013 le imprese dovranno fare i conti, sul versante contributivo e previdenziale, con le disposizioni contenute nella Riforma del mercato del lavoro (L. n. 92/2012), successivamente integrate e modificate dalla “Legge di Stabilità 2013” (L. n. 228/2012). Partiamo dalle conferme. Per quanto riguarda la salvaguardia dei livelli occupazionali, occorre segnalare la proroga di due misure riferite ai contratti di solidarietà difensivi, ossia: per le imprese più grandi o rientranti in ambito CIGS, viene confermato l'innalzamento dal 60% all'80% della CIG sulle ore di riduzione concordate, mentre per quelle escluse dalla CIGS, sarà comunque possibile fare ricorso ai contratti di solidarietà (ex lege 236/93) anche nel 2013. Inoltre, sono stati rifinanziati gli ammortizzatori in deroga e prorogata di 24 mesi la CIGS per cessazione di attività.

L’aspetto contributivo – Con riferimento all’aspetto contributivo va sottolineata la conclusione, entro la fine dell’anno, del processo di armonizzazione della contribuzione pensionistica (L. n. 335/95), avviato nel 1997. Inoltre, vi è l’obbligo del versamento della contribuzione di finanziamento (pari a 1,20% in totale, di cui 0,30% a carico del lavoratore) a causa della messa a regime di alcuni trattamenti di CIGS e mobilità.

Misure incentivanti
– Dal 1° gennaio 2013 partono anche gli incentivi per favorire il reingresso nel mercato del lavoro di donne e over 50, incentivandone l’assunzione attraverso uno sgravio contributivo pari al 50%. Restano bloccate invece una serie di incentivi, originariamente introdotti dalla legge finanziaria 2010 e non confermati per il 2013 (quali il reimpiego di soggetti disoccupati che versano in particolari situazioni; assunzione di lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali in deroga). Stessa sorte per la c.d. "piccola mobilità", ossia la possibilità di iscrizione nelle speciali liste da parte dei lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo da imprese che occupano anche meno di 15 dipendenti. Il problema, in tal caso, è la scarsa copertura finanziaria; pertanto, in assenza di una norma che metta a disposizione le risorse, i lavoratori già iscritti alle liste di mobilità, dal 1° gennaio 2013, non sono più portatori delle agevolazioni previste a favore dei datori di lavoro. Nulla cambia, invece, per le agevolazioni collegate ai lavoratori iscritti nelle liste di mobilità provenienti da aziende che gravitano in area CIGS. Infine, si segnala la riduzione delle risorse per lo sgravio in favore della contrattazione di secondo livello, che passa da 650 a 500 milioni di euro.

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