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Premessa - Stop alle telecamere occulte sul posto di lavoro. Il Garante per la privacy, con il provvedimento n. 164/2013, ha vietato alla società editrice di un quotidiano del sud il trattamento dei dati personali effettuato attraverso apparati di ripresa installati in modo occulto sul posto di lavoro. Infatti, la società dovrà semplicemente limitarsi alla loro conservazione per consentire un’eventuale attività di accertamento da parte delle autorità competente. Il Garante, inoltre, avendo rilevato anche irregolarità nella raccolta dei dati personali degli abbonati alla testata giornalistica, ha prescritto alla società di riformulare la modulistica cartacea e quella online, inserendo tutte le informazioni sull'uso dei dati necessarie per renderla conforme alla normativa.
Il caso – La vicenda riguarda una società editrice di quotidiani la quale ha installato in maniera “occulta” sul posto di lavoro, all’insaputa dei lavoratori ed in violazione del diritto alla riservatezza e della dignità degli stessi, un apparto di videosorveglianza (composta da 19 telecamere di cui 15 nascoste in rilevatori di fumo o in lampadine di allarme). Le uniche informazioni, ritenute peraltro insufficienti, erano scritte su un cartello di piccole dimensioni (15x15cm), affisso a tre metri di altezza nell’ingresso del luogo di lavoro.
Garante per la privacy – Presa visione del caso, il Garante stabilisce che il trattamento dei dati operato dalla società è illecito in quanto viola il diritto alla riservatezza e della dignità dei lavoratori, nonché delle norme che ne vietano il controllo a distanza. L'impianto, infatti, oltre a violare le norme del Codice privacy, era stato attivato senza rispettare quanto previsto dallo Statuto dei lavoratori (accordo con i sindacati o autorizzazione al Ministero del Lavoro). Ne consegue, dunque, che la società non potrà più utilizzare i dati raccolti e dovrà limitarsi alla loro conservazione per consentire un'eventuale attività di accertamento da parte delle autorità competenti. Il Garante, inoltre, avendo rilevato anche irregolarità nella raccolta dei dati personali degli abbonati alla testata giornalistica, ha prescritto alla società di riformulare la modulistica cartacea e quella online, inserendo tutte le informazioni sull'uso dei dati necessarie per renderla conforme alla normativa.