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Premessa - L’apprendistato diventa sempre più lo strumento chiave per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Infatti, dal 1° settembre 2012, i datori di lavoro che intendono assumere apprendisti nelle aziende o negli studi professionali possono godere di un particolare incentivo economico previsto dal programma A.M.V.A. (Apprendistato e mestieri a vocazione artigianale). Quindi, l’erogazione del contributo, pari a 5.500 euro ad apprendista in caso di contratto di apprendistato qualificante per il diploma, e 4.700 euro per l’apprendistato professionalizzante o di mestiere, può essere riconosciuto oltre che alle aziende, anche ai titolari di studi professionali. Il termine per ottenere il suddetto contributo scade il 31 dicembre 2012.
Il programma A.M.V.A. – Si tratta di un programma promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali lo scorso 11 novembre 2011, attuato da Italia Lavoro S.p.a., con il contributo del Fondo Sociale Europeo. Mediante tale programma il Ministero intende promuovere l’applicazione del contratto di apprendistato, al fine di incrementare i livelli occupazionali dei giovani nel mercato del lavoro italiano e si realizza attraverso due linee di intervento: un’azione volta a coinvolgere Stato, Regioni, Servizi per il lavoro, Associazioni di Categoria e Imprese; la promozione di strumenti per favorire la formazione sul lavoro e l’inserimento occupazionale in sinergia con la Rete di attori costituita proprio grazie all’azione di sistema.
Le aree di intervento - Tre sono le aree di intervento interessate: promozione del contratto di apprendistato per l’assunzione di giovani da 15 a 29 anni; formazione sperimentale di giovani all’interno di “BOTTEGHE DEI MESTIERI” quali strutture impegnate nei comparti produttivi propri della tradizione italiana, individuate mediante un avviso pubblico (110 "botteghe dei mestieri" in altrettante province); creazione di nuove imprese ovvero sviluppo e gestione di un sistema sperimentale di contributi finalizzati alla creazione di nuova imprenditoria da parte di giovani con attitudine imprenditoriale.
Le tipologie di apprendistato interessati - I cospicui contributi messi a disposizione (€ 78.150.700) riguardano assunzioni da effettuare con contratti stipulati a partire dal 30/11/2011 relativamente alle seguenti tipologie di apprendistato attualmente regolate dal nuovo T.U. sull’apprendistato (art. 3 e 4 del D.Lgs. 167/20101): per la qualifica e per il diploma professionale (risorse pari a € 27.104.000), in tutti i settori di attività, anche per l'assolvimento dell'obbligo di istruzione, e riguarda giovani che hanno compiuto 15 anni e fino al compimento del 25 anno di età. La durata del contratto è determinata in base alla qualifica o al diploma da conseguire e non può in ogni caso essere superiore, per la sua componente formativa, a tre anni ovvero quattro nel caso di diploma quadriennale regionale; professionalizzante o di mestiere (risorse pari a € 51.046.700) per il conseguimento di una qualifica professionale a fini contrattuali che riguarda i soggetti di età compresa tra i 18 anni e fino al compimento del 29° anno di età. Per i soggetti in possesso di una qualifica professionale, conseguita ai sensi del D.Lgs. 226/2005, il contratto di apprendistato può essere stipulato a partire dal 17° anno di età.
Gli esclusi – Sono invece escluse dall’agevolazione: le assunzioni di apprendisti in base a contratti di alta formazione e ricerca di cui all’art. 5 del D.Lgs. 167/2011 e i praticanti; le assunzioni come apprendisti di soggetti in mobilità di cui al c. 4 dell’art. 7 del D.Lgs. 167/2011.
Le domande - Per ottenere il contributo in questione, le imprese (compresi gli studi professionali) devono presentare apposita domanda di riconoscimento all’indirizzo internet: http://amva.italialavoro.it/. Al riguardo, è doveroso precisare che tra i documenti obbligatori da allegare alla domanda vi è anche il certificato di iscrizione alla Camera di commercio. Gli studi professionali, invece, devono produrre apposita dichiarazione sostitutiva (D.P.R. n. 445/2000), in cui si dichiara di non essere soggetto all’iscrizione alla CCIAA. Tuttavia, va indicato l’ordine di appartenenza e il numero di iscrizione dei titolari dello studio professionale.