10 dicembre 2014

Sgravi contributivi. I CdL lanciano l’allarme

L’abolizione della L. n. 407/90 costerà 300mila posti di lavoro nell’arco di tre anni

Autore: Redazione Fiscal Focus
Premessa – La soppressione, dal prossimo anno, della L. n. 407/90 rischia di creare un grosso danno alla già critica situazione occupazionale del nostro Paese. A pensarlo è la Fondazione Studi CdL che interviene nuovamente – con il parere n. 5/2014 - a illustrare gli effetti che una manovra del genere comporterebbe al mercato del lavoro. Secondo i CdL, infatti, così com’è strutturata ora la Legge di Stabilità 2015 metterebbe a rischio oltre 300mila posti di lavoro nei prossimi tre anni, visto che la Manovra Finanziaria contiene la soppressione di una norma che potrebbe rivelarsi fatale soprattutto per gli artigiani di tutt’Italia e per tutti gli imprenditori delle regioni del Sud.

L. n. 407/1990 – L’agevolazione introdotta all’art. 8, c. 9 della L. n. 407/1990, che sparirà con l’inizio del nuovo anno per effetto della Legge di Stabilità 2015, spetta esclusivamente a fronte di assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori disoccupati, sospesi o in CIGS da almeno 24 mesi. Quanto all’importo dell’agevolazione, esso corrisponde al 50% dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti, ovvero al 100% in caso di assunzioni eseguiti nei territori del Mezzogiorno di cui al testo unico approvato con D.P.R. 6 marzo 1978, n. 218, oppure da imprese artigiane. Affinché il datore possa fruire dell’agevolazione in questione è necessario che le assunzioni non siano effettuate in sostituzione di lavoratori dipendenti dalle stesse imprese per qualsiasi causa licenziati o sospesi. Inoltre, lo sgravio è ripetibile, ricorrendone le condizioni in capo al medesimo lavoratore. Tramite tale legge, in particolare, sono stati avviati in questi 24 anni alcuni milioni di rapporti di lavoro, in modo particolare dagli artigiani su tutto il territorio e dai datori di lavoro del Mezzogiorno per i quali vige lo sgravio contributivo del 100%. Quindi, se non dovesse essere introdotta nell'ordinamento una norma che consenta di ottenere un impatto economico-sociale identico, si avrebbero immediate ripercussioni sui già pessimi livelli occupazionali, in quanto lo sgravio contributivo che si andrà a introdurre è meno vantaggioso delle previsioni della Legge 407/90 che fino a oggi, con varie modifiche, ha regolato le assunzioni agevolate.

Agevolazioni a confronto – Nel prosieguo del parere in commento, i CdL mettono a confronto i due sgravi contributivi, ipotizzando l’assunzione di un lavoratore a tempo indeterminato da gennaio 2015. Conti alla mano, se a gennaio 2015 la L. 407/90 fosse ancora in vigore, un’azienda artigiana o del sud che assumesse un disoccupato con una retribuzione lorda annua di 19.600 euro, risparmierebbe 6.052,48 euro di contributi Inps e 2.548 euro di contributi Inail (nel triennio 25.801,44 euro). Con la Legge di Stabilità, invece, l’impresa non pagherebbe i 6.052,48 euro relativi all’INPS (nel triennio 18.157,44 euro).

Gli effetti - Quindi, dai suddetti esempi di calcolo i CdL concludono che al di là dell’arco temporale di applicazione limitato a un solo anno solare, lo sgravio proposto dalla prossima Legge di stabilità ha, in alcune fattispecie, un impatto molto meno positivo di quanto appaia a prima vista. Esso risulta più conveniente per il datore di lavoro del Centro-nord non artigiano, in quanto include interamente i contributi INPS; la L. 407/90 in questi casi prevede soltanto il 50% di riduzione. Inoltre, all’aumentare della retribuzione corrisposta al lavoratore, l’agevolazione ex Legge di stabilità soffre sempre di più la previsione di un tetto massimo di fruibilità (pari a 8.060 euro). Infine, all’aumentare del tasso INAIL l’agevolazione di cui alla Legge di stabilità 2015 riduce il suo impatto, in quanto non è prevista anche l’estensione dello sgravio ai contributi assistenziali.
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