4 novembre 2011

Sì al maxiemendamento. Ecco il “pacchetto lavoro”

Descritti i nuovi incentivi per il rilancio dell’occupazione giovanile e delle donne
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – Niente manovra sui licenziamenti facili e nessun decreto sviluppo. Passa, invece, il maxi-emendamento al disegno di legge di stabilità delle Camere. In sostanza, ciò è quello che si apprende dal Consiglio dei ministri al termine della seduta tenutasi giorno mercoledì 2 novembre. Fra le tante misure previste dal provvedimento legislativo in questione, questa volta emerge un “pacchetto lavoro” per favorire il rilancio, soprattutto, dell’occupazione giovanile e delle donne. Esso si compone sostanzialmente in cinque forme di incentivazione, tra cui: contributi zero per gli apprendisti, aumento dell’aliquota delle co.co.pro., decontribuzione per le disoccupate, deduzione IRAP sulla produttività, ecc. Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede il cosiddetto “pacchetto lavoro”.

L’occupazione giovanile – Al fine di favorire l’occupazione giovanile mediante il contratto di apprendistato si punta alla totale decontribuzione per i primi tre anni dell’assunzione. Inoltre, occorre specificare che esso trova applicazione solo per le nuove assunzioni presso imprese fino a nove dipendenti.

L’occupazione delle donne – Il secondo incentivo previsto riguarda il rilancio dell’occupazione delle donne, di qualsiasi età, disoccupate da almeno sei mesi, mediante il contratto di inserimento. In questo caso, la riduzione contributiva è pari al 25%, ma sono previste ulteriori agevolazioni a seconda della tipologia del datore di lavoro e soprattutto della sua localizzazione. Infatti, sarà possibile stipulare queste assunzioni incentivate in aree dove il tasso di occupazione femminile sia inferiore del 20% rispetto a quello maschile o il tasso di disoccupazione superiore del 10% a quello maschile.

Il part-time – Altra forma di incentivazione è rappresentato dal lavoro part-time. Difatti mediante la stipulazione del contratto part-time è possibile favorire la massima elasticità (durata della prestazione stessa) e flessibilità (variazione nel tempo della prestazione), i quali possono essere liberamente stabiliti fra il datore di lavoro e il lavoratore, sempre e comunque nel rispetto della CCNL.

Il telelavoro – La quarta forma di incentivazione è dedicata al telelavoro, promosso anche dai consulenti del lavoro in occasione del Forum del 20 ottobre 2011, in quanto risulta una tipologia di lavoro che se ben alimentata potrebbe risollevare un po’ l’alto tasso dei disoccupati presenti nel nostro Paese. In particolare, l’incentivo è rivolto soprattutto a favore dei madri e padri, conciliando il tempo del lavoro con quello della famiglia.

Il lavoro intermittente e accessorio – L’ultima forma di incentivazione consiste nell’estensione anche al settore del turismo della possibilità di effettuare assunzioni utilizzando i contratti di lavoro intermittente e del lavoro accessorio. In questo modo, il Governo tenta di sconfiggere il lavoro in nero tipico del settore in questione.

Il fronte contributivo – Oltre alle cinque forme di incentivazione appena descritte, occorre segnalare l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota per gli iscritti alla gestione separata dell’INPS, fra cui le co.co.co. e co.co.pro. Nel dettaglio si passerà dal 17% al 18% per i lavoratori “concorrenti” che contribuiscono ad altre forme di previdenza obbligatoria o a pensionati lavoratori che svolgono attività di collaborazione o di tipo professionale. Per quanto riguarda, invece, i lavoratori “esclusivi” privi di altra forma di previdenza obbligatoria, si passa dal 26,72% al 27,62%.

Deducibilità IRAP e Regioni – Infine, altra misura riguarda le regioni, in attesa della possibilità di azzerare l’aliquota IRAP sul costo del lavoro, prevista dai decreti sul federalismo fiscale solo nel 2013. In sostanza, si dà la possibilità da subito a tutte le Regioni di poter dedurre dall’IRAP la parte di retribuzione, definita nei contratti collettivi aziendali o territoriali, legati alla produttività.

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