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Premessa – Dopo la doppia convocazione del presidente del Consiglio a Bruxelles, viene presentata finalmente la lettera d’intenti tanto attesa, la quale dovrebbe in qualche modo convincere i partners europei che chiedono al Governo maggiore stabilità e di definire “tempi e scadenze” delle riforme da attuare. Per ora, pare che la lettera in questione abbia riscosso un buon successo, incassando soprattutto un “molto buono” dal collega polacco, Donald Tusk, presidente di turno dell’UE, affermando che la lettera è stata accolta bene da tutti, persino anche dalla cancelliere tedesca, Angela Merkel. Si ricorda che il piano di crescita dovrebbe essere varato entro il 15 novembre 2011.
La lettera – La lettera d’intenti, consegnata due giorni fa personalmente da Silvio Berlusconi ai vertici europei di Bruxelles, si compone di circa 15 pagine suddivisi in 5 capitoli, e fissano sostanzialmente quelle che sono le riforme da legiferare affinché il Governo italiano possa incrementare la crescita e lo sviluppo, garantendo all’UE il pareggio di bilancio richiesto, da raggiungere entro il 2013. Dopo laboriose limature, ecco alcuni degli impegni messi nero su bianco, che riguardano in particolar modo: le pensioni ed il diritto del lavoro.
Le pensioni – La normativa previdenziale, dopo ripetuti interventi subiti questa estate dalla manovra di Ferragosto, soprattutto per quanto riguarda le pensioni rosa, è pronta a subire un’ulteriore mutamento. Infatti, il Governo ha previsto che i lavoratori italiani andranno in pensione a 67 anni entro il 2026, anche se in realtà, con la “finestra unica” a 67 anni si arriverà già nel 2021, in netto anticipo rispetto ai colleghi tedeschi o francesi. Il meccanismo per l’accesso al pensionamento aumenterà in maniera graduale fino ad arrivare a regime a partire dal 2013, anche se comunque non viene specificato se per le donne il percorso graduale sarà anticipato dal 2014 al 2012 come previsto in questi giorni dal Decreto Legge Sviluppo. I due motori che spingono tale meccanismo sono:
- la “finestra unica”, con la quale si garantisce un posticipo di 12 mesi (18 per i lavoratori autonomi) per tutti i tipi di pensionamento;
- “l’adeguamento automatico” dei requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici in relazione alla speranza di vita accertata dall’Istat, il quale diventerà operativo a decorrere dal 2013, e in sede di prima applicazione equivarrà a un ulteriore posticipo di tre mesi.
I licenziamenti – Passando ora ad esaminare la riforma del lavoro, il Governo italiano ha previsto che entro maggio 2012 l’esecutivo dovrà approvare una riforma della legislazione del lavoro. Riforma, quest’ultima, che ha l’obiettivo di facilitare le assunzioni poggiando su licenziamenti più facili “per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato”. Il pacchetto sarà completato dall’introduzione di condizioni più stringenti nell’uso dei contratti parasubordinati, da incentivi (azzeramento dei contributi) per i contratti di apprendistato e dalla facilitazione del part-time.
Mobilità nella P.A. – Sempre nella lettera presentata dal presidente del Consiglio a Bruxelles, il Governo ha intenzione di intervenire anche nella Pubblica Amministrazione e rendere effettivi con meccanismi inderogabili/sanzionatori: la mobilità obbligatoria del personale, la messa a disposizione (Cassa integrazione) con conseguente riduzione salariale e del personale e il superamento delle dotazioni organiche.