11 gennaio 2016

UN’AGENZIA NAZIONALE PER FAR DECOLLARE LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO

Autore: Barbara Ficarella - Gruppo Odcec Area Lavoro

In un paese evoluto il corretto funzionamento del sistema di incontro della domanda e dell’offerta di lavoro dovrebbe contenere entro limiti “sostenibili” il fenomeno della disoccupazione e, considerando che l’Italia appartiene a pieno titolo al gruppo dei paesi evoluti, il legislatore ha introdotto nell’ordinamento nuovi strumenti destinati a facilitare tale incontro con il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150 “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, entrato in vigore il 24 settembre 2015.


La completa attuazione del decreto legislativo n. 150/2015, per la quale sono previste varie disposizioni di rango inferiore, dovrebbe consentire al mercato del lavoro di essere più dinamico, flessibile ed in grado di salvaguardare le competenze professionali dei lavoratori, comunque acquisite, anche mediante il passaggio da un impiego ad un altro. A tal fine è stata concepita la Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro e stabilito che “il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e le regioni e province autonome, per le parti di rispettiva competenza, esercitano il ruolo di indirizzo politico in materia di politiche attive per il lavoro, mediante l'individuazione di strategie, obiettivi e priorità che identificano la politica nazionale in materia, ivi comprese le attività relative al collocamento dei disabili di cui alla legge 12 marzo 1999, n. 68”.


La Rete è costituita da vari soggetti, pubblici e privati, quali l’INPS, l’INAIL, le agenzie per il lavoro, i fondi interprofessionali, gli enti bilaterali, le camere di commercio, le università, gli istituti di scuola di secondo grado, l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori(in breve ISFOL) e Italia Lavoro S.p.a., sotto il coordinamento della nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (in breve ANPAL).


Pur trattandosi di un ente di vitale importanza per l’Italia, i vincoli di bilancio hanno imposto al legislatore di prevedere che la concreta costituzione e l’avvio dell’attività dell’ANPAL avvenga senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica, pertanto avverrà mediante la riorganizzazione delle strutture esistenti, con il trasferimento delle risorse necessarie dal Ministero del lavoro e dall’ISFOL.


La Rete dovrebbe garantire a ogni individuo l’accesso ad una serie di informazioni utili sia ai datori di lavoro, come quelle relative alle competenze e alla professionalità acquisita dai lavoratori, sia ai lavoratori in cerca di nuova occupazione, come quelle inerenti alle iniziative di sostegno nell’inserimento o nel reinserimento al lavoro.


Tra gli strumenti che l’ANPAL metterà a disposizione dei soggetti legittimati ad utilizzarli ci sarà il fascicolo elettronico del lavoratore, contenente il percorso lavorativo, formativo e contributivo.


Allo scopo di realizzare il fascicolo elettronico del lavoratore, all’ANPAL è attribuita la gestione dell’albo nazionale degli enti di formazione accreditati dalle regioni e province autonome, la definizione delle procedure di conferimento dei dati da parte delle stesse e la realizzazione, insieme agli altri soggetti coinvolti, di un sistema informativo della formazione professionale.


All’ANPAL sono attribuite, inoltre, diverse funzioni tra le quali:


  • Il coordinamento della gestione dell’assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), dei servizi per il lavoro e del collocamento dei disabili;
  • la determinazione delle modalità operative e dell’ammontare dell’assegno di ricollocazione;
  • il coordinamento e raccordo dell’attività di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro.

Per semplificare gli adempimenti ai datori di lavoro, le comunicazioni di assunzione trasformazione e cessazione saranno inviate all’ANPAL, la quale, oltre metterle a disposizione degli enti interessati per le attività di rispettiva competenza, le raccoglierà in una banca dati. In base a tali informazioni al lavoratore verrà assegnata una classe di profilazione per classificarne il grado di occupazione:


  • lavoratore disoccupato;
  • lavoratore in forza a cui è stato ridotto l’orario di lavoro;
  • lavoratore a rischio di disoccupazione.

In base a tale profilazione il lavoratore può essere chiamato dai Centri per l’impiego per stipulare un Patto di servizio personalizzato contenente la disponibilità del lavoratore ad accettare offerte di lavoro e a partecipare a progetti di carattere formativo. Il piano di profilazione sarà necessario anche ai fini dell’erogazione dell’assegno di disoccupazione e dell’assegno di ricollocazione.


Ai fini degli incentivi sull’occupazione, inoltre, è prevista l’istituzione presso l’ANPAL di un Repertorio nazionale degli incentivi all’occupazione.




In Sistema Paese sempre più caratterizzato dalla flessibilità professionale e dal cambiamento dell’occupazione durante tutta la vita lavorativa, il rapido avvio dell’ANPAL e, soprattutto, il successo delle sue iniziative può costituire la pietra miliare del “nuovo” mercato del lavoro italiano.

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