3 agosto 2021

7 milioni di italiani non faranno neanche un giorno di ferie

Nelle date degli esodi estivi, arrivano i risultati di una ricerca realizzata dalla confederazione europea dei sindacati, che ricorda la situazione drammatica in cui fersa il 28% dei cittadini UE. L’Italia, ancora una volta primeggia: sono 7 milioni coloro che vivono con retribuzioni troppo basse per pensare alle vacanze

Autore: Antonio Gigliotti
Anche se fra mille restrizioni, paure, vaccini, mascherine e problemi, è ufficialmente iniziato il mese canonico delle vacanze, quello in cui tutti, bene o male, si concedono un po’ di riposo. Ma non è così per tutti: lo ricorda una dolorosa ricerca della “ETUC” (European Trade Union Confederation), la confederazione dei sindacati europei, secondo cui oltre 7 milioni di italiani a rischio povertà quest’anno non potranno permettersi neanche un giorno di vacanza.

“Mentre l’accesso alle ferie nell’ultimo decennio è cresciuto notevolmente, la maggior parte delle famiglie a basso reddito rimane totalmente esclusa da quello che è considerato un momento necessario per il benessere psico-fisico”. Eppure, nella civilissima Europa, esiste un sottobosco formato dal 28% dei cittadini che non possono permettersi una settimana lontano da casa, e la percentuale sale addirittura al 59,5% considerando persone il cui reddito è al di sotto della soglia di rischio di povertà.

“La possibilità di una vacanza non dovrebbe essere un lusso per pochi, ma mentre molti lavoratori si godono il tempo libero con amici e familiari, altri non riescono a causa di retribuzioni troppo basse. L’aumento della disuguaglianza, reso ancora più evidente nel periodo delle vacanze, mostra come i benefici della crescita economica in Europa nell’ultimo decennio non siano stati condivisi in modo equo – sottolinea la confederazione sindacale - per questo, la direttiva europea sui salari minimi adeguati dev’essere rafforzata, per garantire che gli stipendi non siano mai così bassi da costringere i lavoratori a sopravvivere, più che vivere. È necessario che la contrattazione collettiva diventi una parte normale dell’occupazione, per garantire a tutti salari veramente equi”.

L’Italia, in un anno in cui tutto, dallo sport all’economia, sembrano puntare verso l’alto, anche in questo caso svetta in Europa, ma per una volta non c’è da vantarsene. Anzi.
Siamo il Paese europeo che registra la media più alta di persone a rischio povertà, con il 71,2%, seguiti dalla Spagna (4,7 milioni), la Germania (4,3 milioni), la Francia (3,6 milioni) e la Polonia (3,1 milioni).

Lo studio, basato sui dati “Eurostat”, svela nel complesso la difficile realtà di 35 milioni di cittadini europei che vivono a rischio povertà o ricevono retribuzioni considerate al di sotto della soglia minima di sopravvivenza. Nel dettaglio, il 28% degli europei quest’anno non potrà permettersi neanche un giorno di relax, e la percentuale sale al 59,5% se si considera chi ha un reddito che non basta neanche per essere certi di mettere qualcosa in tavola. In questo caso la situazione peggiore è quella della Grecia, con l’88,9% delle persone a rischio povertà che non potranno concedersi neanche un giorno di riposo, seguita dalla Romania (86,8%), Croazia (84,7%), Cipro (79,2%) e Slovacchia (76,1%).
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