4 maggio 2021

Bianchi: la scuola perderà 1,4milioni di studenti ma gli insegnanti dovranno aumentare

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in audizione davanti alle commissioni Istruzione e Cultura di Camera e Senato ha esposto le linee programmatiche del suo dicastero. Nella sua esposizione, particolare attenzione è rivolta al Ministero, il quale, allo stato attuale non è più in grado di organizzare la specificità e la complessità dei compiti.

Le tematiche affrontate nel corso della sua esposizione sono state diverse: dal rafforzamento del sistema scolastico al ripensamento dei curricula.

Secondo il Ministro il tempo – scuola rappresenta una base fondamentale, tanto da ritenerlo motivo di crescita. Il sistema scolastico italiano si è radicalmente evoluto nel corso dei secoli ed è stato oggetto di numerose riforme e, attualmente, ne urge un rafforzamento.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un aiuto fondamentale, e il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha riconosciuto non solo gli organici del passato, ma ha anche fornito qualcosa in più per il sostegno e il potenziamento.

La sua analisi rende noto che nei prossimi dieci anni, gli studenti saranno 1milione e 400mila in meno rispetto a oggi, ma ciò non significa che anche gli insegnanti dovranno diminuire in proporzione. È importante, infatti, uscire dalla logica lineare “tot studenti, tot inseganti” perché gli insegnanti servono, e sono importantissimi per il sistema scolastico.

Le classi dovranno essere ridimensionate, saranno più piccole e il tempo di attività aumenterà. Ruolo essenziale è occupato dai dirigenti che hanno una funzione fondamentale, ma fino a oggi non è stata loro riconosciuta la gravosità degli impegni che hanno dovuto tenere.
La Pandemia sembra aver esasperato le diversità e messo in rilievo delle situazioni non più sostenibili, come un elevato indice di dispersione scolastica e il cosiddetto “tema del transitorio”:

  • la dispersione scolastica è esplicita, c’è chi non riesce a raggiungere un titolo di studio e chi lo consegue ma non ha le competenze adeguate;
  • il tema del transitorio spinge sul recupero di coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità.

In relazione al precariato, su quasi 500mila posti comuni ci sono più di 200mila docenti aventi un contratto a tempo determinato. L’errore, secondo il Ministro, sta nel riservare uguale trattamento a persone con esperienza e titoli diversi.

L’obiettivo è quello di avere una scuola più aperta, inclusiva e interattiva con il territorio, ed è stato inoltre specificato che, 40 milioni saranno dedicati alla povertà educativa, con il fine di “riequilibrare”.

In prospettiva diventa importante programmare le uscite degli insegnanti e riconoscere la professione degli stessi anche in termini salariali.

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