12 aprile 2021

Confindustria: la risalita dell’Italia, tempi e condizioni

L’Italia in risalita, ma in ritardo e con esito incerto, avanzamento della campagna vaccinale e attenzione massima al turismo.

Carlo Bonomi, presidente Confindustria, traccia le prospettive dell’Italia per i prossimi due anni in relazione alla presentazione del Rapporto di previsione dal titolo «Liberare il potenziale italiano. Riforme, imprese e lavoro per un rilancio sostenibile». Oggi, dopo quattordici mesi di pandemia, l’immagine che questo Rapporto di previsione restituisce è quella di un’economia e una società compresse ma anche ricche di risorse ed energie che possono e devono essere liberate. Settori produttivi, fasce occupazionali e categorie sociali fortemente colpite dalla crisi economica avvertono la necessità della ricostruzione di premesse per liberare il potenziale italiano di sviluppo sostenibile.

Confindustria vede l’Italia in risalita dalla voragine ma l’esito è incerto, alla fine del 2022 il gap generato dalla crisi pandemica sarà colmato, e al quarto trimestre dello stesso anno il pil sarà inferiore dello 0,3% rispetto alla fine del 2019. Secondo le previsioni gli altri Paesi europei recupereranno prima, la Germania già a fine 2021, e mentre i due poli dell’economia mondiale, gli Stati Uniti e l’area asiatica hanno ripreso a crescere, l’Europa Continentale non solo è in ritardo ma avverte un maggiore rischio per i paesi più incentrati sui servizi, ossia quelli del Mediterraneo. La previsione è condizionata dall’avanzamento della campagna vaccinale di massa in Italia e in Europa, l’ipotesi è che il Covid sia contenuto in modo efficace dai prossimi mesi.

Secondo il presidente di Confindustria le principali incognite per la ripresa europea sarebbero quattro e due di esse risulterebbero dipendenti dall’efficienza amministrativa e dalle scelte politiche dell’Unione e degli Stati europei. Occorre rapidità nel piano vaccinale, implementazione rapida ed efficiente del Next Generation Eu, e le scelte per il rafforzamento della struttura finanziaria quali l’allungamento dei prestiti bancari alle imprese e la riconsiderazione dei criteri di sostenibilità degli stessi dipendono da decisioni europee e possono rilanciare consumo, turismo, investimenti pubblici e privati.

La ripartenza dell’economia italiana è complicata dal forte rincaro e dalla scarsa reperibilità di materie prime e semi-lavorati, questo secondo Bonomi, costituisce la quarta incognita che si sta delineando. Sebbene in prospettiva alcuni di questi rialzi dovrebbero essere temporanei, eserciteranno una pressione al ribasso sui margini delle imprese italiane e sul loro cash flow nel 2021.

La seconda ondata di contagi ha indotto i governi a nuove restrizioni per contenere l’infezione da Covid-19, ma l’osservazione di Bonomi, evidenzia come la manifattura italiana abbia trainato il rimbalzo del terzo trimestre dello scorso anno accusando segnali di debolezza a fine 2020 ma reggendo meglio l’impatto dell’ondata successiva alla prima. Necessaria è la liberazione dell’enorme potenziale di alcuni comparti, come quello del turismo, che più di altri hanno sofferto nella pandemia e che posseggono tutte le caratteristiche per contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese. Nonostante l’andamento dell’Italia sia meno positivo di quanto previsto in precedenza, alla fine del biennio la dinamica italiana tornerà vicina a quella mondiale allineandosi con il trend di medio-lungo periodo.

In questo scenario, la risposta ai cambiamenti in corso potrà essere fornita solo da uno sguardo verso il futuro e da una ricomposizione della spesa pubblica e privata in direzione di nuove competenze e obiettivi determinati. Il Rapporto evidenzia, inoltre, la necessità di dare nuovo impulso alla formazione delle competenze dei lavoratori italiani, giovani e donne in primis, con un sistema rinnovato e rafforzato di politiche attive accompagnato da un parallelo schema di ammortizzatori sociali universali.

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