30 aprile 2021

Covid: le nuove linee guida per la ripresa delle attività

Autore: Barbara Garbelli

Come preannunciato sul relativo sito internet, la Conferenza delle Regioni si è riunita il 28 aprile 2021, dando origine, al termine dei lavori, alle nuove linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali.

Già nelle scorse settimane la Conferenza si era messa al lavoro, abbozzando nuove linee guida parziali, che tuttavia sono rimaste bozze e non sono state allegate al nuovo D.L. 52/2021 “Decreto Riaperture”.

Le nuove linee guida, invece, prendono a riferimento le disposizioni del Decreto e le contestualizzano nelle procedure da seguire per la corretta riapertura delle attività.

Solo alcuni settori sono stati interessati dall’aggiornamento, e nello specifico:

  • ristorazione e cerimonie;
  • attività turistiche e ricettive;
  • cinema e spettacoli dal vivo;
  • piscine termali e centri benessere;
  • servizi alla persona (acconciatori, estetisti e tatuatori);
  • commercio;
  • musei, archivi e biblioteche;
  • parchi tematici e di divertimento;
  • circoli culturali e ricreativi;
  • congressi e grandi eventi fieristici.

I settori di cui sopra sono stati scelti sia perché rappresentano le attività maggiormente penalizzate dal meccanismo delle chiusure in base allo scenario, sia perché costituiscono settori in cui il rispetto delle misure previste è più concretamente realizzabile e controllabile rispetto alla pubblica via e ai comportamenti negativi (assembramenti) che vi si registrano.

I diversi settori sono stati raggruppati in macro aree, con lo scopo di rendere meno eterogenee le linee guida; “in continuità con le precedenti Linee Guida, delle quali è stata mantenuta l’impostazione quale strumento sintetico e di immediata applicazione, gli indirizzi in esse contenuti sono stati integrati con alcuni nuovi elementi conoscitivi, legati all’evoluzione dello scenario epidemiologico e delle misure di prevenzione adottate, anche in un’ottica di semplificazione. In particolare, si è ritenuto più utile rimarcare le misure di prevenzione sicuramente efficaci, in luogo di misure che, pur diffusamente adottate, non aggiungono elementi di maggiore sicurezza”.

Il principio con cui è stato elaborato l’intero documento è lo stesso che ha accompagnato la stesura del D.L. 52/2021 e la revisione dei protocolli anti-contagio aziendali dello scorso 6 aprile: il contagio deve essere monitorato prendendo in considerazione aggregazione ed esposizione, così come evidenziano le statistiche condotte dall’ Inail negli ultimi mesi; pertanto il vero strumento per contrastare la diffusione del virus è, ancora prima del vaccino, ridurre l’affluenza negli spazi chiusi e aerare costantemente i locali.

Analizzando infatti i singoli settori notiamo alcuni punti in comune:

  1. il distanziamento all’interno dei locali che può variare a seconda dello scenario di contagio (dal metro si passa a 2 metri di distanziamento);
  2. l’utilizzo fortemente consigliato degli spazi all’aperto;
  3. l’obbligo di mantenere finestre e porte aperte in tutti gli esercizi appartenenti ai settori di cui sopra.

In relazione al punto 3 questo accorgimento era già previsto in precedenza, ma come raccomandazione; ora diventa un obbligo.

Un settore nuovamente presente è quello della ristorazione: le linee guida non contrastano e non stravolgono le disposizioni del D.L. 52/2021 (che peraltro era carente di precisione al punto di dover intervenire il 24 aprile scorso con una nota emanata dal Ministero dell’Interno, che tuttavia non ha fugato del tutto i dubbi), ma definiscono le modalità di ripresa e di gestione delle attività anche negli ambienti chiusi, in previsione degli allentamenti già previsti dal “Decreto Riaperture” e attesi per il mese di giugno.

In attesa che le linee guida vengano allegate ad un prossimo Decreto, e che quindi diventino norma a tutti gli effetti, possiamo comunque iniziare a prenderle in considerazione e ad organizzarci per la bella (si spera!) stagione.

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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