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Date le recenti notizie, gli Stati Uniti vogliono saperne di più sull’origine del Covid ma la Cina li blocca, dice no all’ulteriore indagine richiesta dal Presidente statunitense.
Assenza di chiarezza: è questo il motivo che spinge il Presidente americano, Joe Biden, a richiedere un’indagine più approfondita sull’origine del Virus che ha fermato il mondo. La sua posizione è ben motivata da una serie di eventi che hanno posto la nazione cinese in una situazione non completamente chiara.
Innanzitutto, ricordiamo l’ipotesi rivelata da un rapporto dell’intelligence statunitense per cui tre ricercatori dell’Istituto cinese di virologia situato a Wuhan risultavano gravemente malati con sintomi riconducibili all’infezione SARS-CoV-2 già nel mese di novembre del 2019, al punto tale da richiedere l’intervento ospedaliero.
L’ipotesi che il virus possa essere nato in laboratorio non è da escludere, secondo quanto esposto da alcuni scienziati, ma senza dati nulla può essere confermato. Per tale motivo gli Stati Uniti cercano un’indagine indipendente e più approfondita sulla reale origine del Covid-19.
Non si fa attendere la risposta della Cina, la quale però, sembra essere totalmente contraria a questa iniziativa statunitense. Ma la reazione non si ferma qui, anzi, la nazione dell’Asia Orientale non solo dice no ma accusa gli Stati Uniti di voler utilizzare l’origine del virus come manipolazione politica e calunnia, non portando rispetto per il sapere scientifico.
La nostra quotidianità è caratterizzata dalla pandemia ormai da oltre un anno, ma ancora non c’è alcuna certezza sull’orgine del virus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel periodo iniziale del 2021 ha svolto un’indagine nella città da cui tutto è partito definendo improbabile la fuoriuscita del virus da un laboratorio. Questa “improbabilità” dichiarata, purtroppo, non è stata abbastanza certa da togliere ogni dubbio.
La Cina continua a rimanere nel mirino non solo per la netta negazione all’indagine ma anche per altri episodi verificatisi negli ultimi giorni, infatti, la presidente della piccola nazione insulare, Taiwan, la accusa di aver bloccato la fornitura dei vaccini nel pieno dell’emergenza sanitaria, fermando l’accordo quasi definito con l’azienda biofarmaceutica BioNTech.