Per disinnescare la “guerra commerciale” e avviare un percorso di negoziazione, l’11 maggio a Ginevra si è raggiunta una tregua tanto attesa tra Stati Uniti e Cina: 90 giorni di sospensione parziale dei dazi doganali punitivi.
Al centro dei colloqui, il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent, il rappresentante al commercio Jamieson Greer e il vicepremier cinese He Lifeng.
Le due grandi potenze hanno deciso di avviare un percorso di “de-escalation” dopo gli innumerevoli scontri tariffari che hanno inciso sull’economia globale.
Da quando sarà operativa la sospensione
La sospensione
entrerà in vigore entro il 14 maggio: è considerata un “reset totale” da parte del presidente Donald Trump che citiamo: «La relazione con la Cina è molto, molto buona». Tuttavia, Trump ha avvertito che,
in assenza di un accordo definitivo, i dazi potrebbero
tornare a salire.
Donald Trump non ha chiarito se il taglio dei dazi dal 145% all’80% sui prodotti cinesi sarà permanente o solo temporaneo.
Le ipotesi attualmente in discussione:
- riduzione iniziale: da 145% a 80%, ma senza conferme sulla durata;
- secondo fonti di Bloomberg: l’obiettivo a medio termine sarebbe portare le tariffe sotto il 60%;
- secondo il Washington Post: si valuta una soglia compresa tra il 54% e il 50%;
- posizione della Cina: da parte sua, il governo cinese ha imposto un dazio del 125% sui beni americani e pretende che sia Washington a fare il primo passo concreto nella riduzione.
Dazi e incassi record per gli Stati Uniti
Secondo diversi media americani, gli incassi statunitensi hanno generato un gettito da record: 16,3 miliardi di dollari ad aprile, con un aumento di 7,6 miliardi rispetto a marzo.
Dall’inizio dell’anno fiscale, gli Stati Uniti hanno incassato oltre 63 miliardi in dazi, nonostante un deficit ancora elevato.
Il punto è esattamente questo, la tregua potrebbe modificare questi numeri: si discute infatti di un possibile taglio delle tariffe fino all’80% o anche oltre. In realtà, con questa mossa Washington spera in una risposta analoga da parte di Pechino, che attualmente applica un dazio medio del 125%.
Impatti globali: riflessi sull’export europeo
Il commercio tra le due superpotenze ha toccato nel 2023 i 575 miliardi di dollari, con un deficit di 279 miliardi a sfavore di Washington. La riduzione della tensione potrebbe avere effetti anche sull’export europeo.
Secondo Unimpresa, settori strategici italiani come meccanica, moda e agroalimentare potrebbero trovare nuove opportunità grazie alla riallocazione delle catene di fornitura globali.
Ma l’UE resta nel mirino di Trump: è stata definita «più dura della Cina» e minacciato un inasprimento delle condizioni commerciali anche verso l’Europa. Una distensione USA-Cina potrebbe dunque non tradursi automaticamente in un clima più “soft” per gli alleati europei.
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