3 maggio 2021

Il covid blocca il settore terziario: dopo 25 anni segna la grande crisi

Il settore terziario è stato fortemente colpito dall’emergenza sanitaria, e per la prima volta dopo diversi decenni, la quota dei servizi di mercato diminuisce. I dati vengono elaborati e forniti da Confcommercio attraverso il Report “La prima grande crisi del terziario di mercato”.

Il processo di terziarizzazione dell’economia italiana è stato caratterizzato da una discontinuità inusuale che ha provocato la diminuzione della quota dei servizi, precisamente dei servizi di mercato. Nel Report viene sottolineato che ciò che il mercato perde lo acquisisce la sfera pubblica, provocando così, un cambio di composizione della produzione.

Per la prima volta dopo 25 anni di crescita ininterrotta, il Covid ha provocato il crollo del Terziario di mercato. In riferimento alla riduzione della quota di valore aggiunto, i settori del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti arrivano a perdere complessivamente il 13,2%.

Secondo i dati riportati nel Report, il complesso dei servizi market ha registrato una flessione del prodotto del 9,6%, mentre, il commercio è riuscito a mantenere una perdita del 7,3% in virtù della tenuta del dettaglio alimentare.

I comparti del settore di riferimento che presentano maggiori percentuali di perdita sono:

  • i servizi per i trasporti (-17,1%);
  • i servizi di alloggio e ristorazione (-40,1%);
  • i servizi per le attività artistiche, di intrattenimento e di divertimento (oltre -27%).

È importante precisare che nel caso dei servizi di alloggio e ristorazione, i dati dimostrano che siamo di fronte a una perdita di prodotto pari a oltre otto volte quella più grave che si ricordi negli ultimi cinquant’anni.

Nel 2020 sono stati persi 139 miliardi di prodotto e la quasi totalità della perdita è dovuta al crollo dei consumi interni. Le perdite di acquisto di beni e servizi sono concentrate su pochi settori estremamente importanti per l’economia italiana:

  • vestiario e calzature;
  • servizi di trasporto;
  • ricreazione e cultura;
  • alberghi, bar e ristoranti.

Solo questi settori contano un calo dei consumi di quasi 107 miliardi di euro, corrispondente all’83% dell’intera diminuzione di questa componente della domanda.
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