Ciao Antonio,
Ti rubo due-tre minuti per dare sfogo allo sconforto e alla frustrazione che mi assale.
Scrivo a Te perché ormai Ti ritengo l’unica persona che può capire e perché nei mesi più bui, marzo e aprile, sei l’unico che ho sentito vicino alla categoria con le Tue dirette.
In effetti, sei anche l’unico che mi ha aiutato economicamente (con l’abbonamento Gold gratuito).
Dall’ODGCEC (Ordine dei Grandi Commercialisti ed Esperti Contabili), invece, mi è arrivato il bollettino per il versamento della quota d’iscrizione.
Dalla Cassa Ragionieri (con la scusa che gli servono i soldi per pagare le pensioni… mentre a me, evidentemente, i soldi non servono) mi è stata concessa una proroga di qualche giorno nel versamento di una rata. Dallo Stato mi si è data la possibilità di farmi un debito e pagarmelo. Grazie a
tutti della vostra bontà.
Va bè, questo sarebbe ancora nulla…
Faccio questo lavoro dal ’89 e quest’anno, come per tanti altri colleghi, per la prima volta non riuscirò a portare a termine la chiusura delle dichiarazioni entro la scadenza prevista.
Questo nonostante sia da marzo che lavoro tutti i fine settimana e, quando ce la faccio (perché non ho più trent’anni), anche dopo cena.
Spero solo che mia moglie continui a sopportare (e supportare) il pover’uomo che ha sposato.
Per esempio, ad aprile è venuto a mancare il mio caro suocero: dopo il dolore iniziale, subito travolto dai problemi lavorativi e immerso nei pensieri per i clienti disperati, mi ritrovavo a pensare all’accaduto e a maturare il lutto di notte, da solo, senza poter essere di conforto a mia moglie… è un marito questo? Che tristezza di vita è?
A marzo, ingenuamente, ho pensato “questa è la volta buona che danno un calcio alla burocrazia: si deve essere concreti ed eliminare tutto quello che è inutile; bisogna reagire con misure sostanziali!”.
Sai benissimo in che incubo siamo precipitati: solo quando provo a spiegare a qualche cliente la differenza dei contributi spettanti ai professionisti senza cassa, professionisti con cassa, artigiani/commercianti, ecc., perché una volta si guarda marzo-aprile, una volta solo aprile, perché una volta il reddito e una volta il fatturato (o quando mi metto di impegno a spiegare perché non spetta il fondo perduto in quanto il cliente a venduto un bene strumentale, alzando il “fatturato” di aprile 2020, quando in realtà non ha lavorato da marzo a maggio)… dicevo, solo in questi momenti, mi rendo conto di quanto sia assurdo e inutilmente complicato quanto hanno fatto: il cliente mi rivolge uno sguardo tra il perplesso e il confuso e – immagino io
– pensa “tanto mi risolvi Tu il problema”. Anzi molte volte me lo dice proprio: “tanto io non capisco niente, fai Tu?”.
Mi metto sempre in discussione e quindi il primo dubbio che mi sono posto è: sono io che, piccolo commercialista, non sono abbastanza strutturato, non ho abbastanza collaboratori, ecc.
Ma come potevo prevedere quello che è successo? Come potevo immaginare che almeno due mesi di lavoro “ordinario” sarebbe stato sostituito dai vari DPCM, DL Cura Italia, DL Liquidità, DL Rilancio, anticipati dagli annunci facebook (con conseguenti chiamate dei Clienti) e modificati in fase di conversione in Legge?
Come possono pensare che, dopo il periodo che abbiamo passato, dopo una pandemia mondiale e una schizofrenia legislativa senza precedenti, le scadenze siano le stesse degli anni scorsi?
Come possono legiferare il bonus 110% con un DL del 18.05, con decorrenza dal 01/07 e concretamente ancora non operativo per (loro) mancanza dei decreti ministeriali, senza capire che nel frattempo tutti i clienti
chiedono chiarimenti?
Cigliegina sulla torta: qualche cliente non capisce e mi contesta il ritardo con cui gli comunico gli importi delle imposte; in compenso, un sacco di nuovi potenziali clienti che mi chiedono preventivi (evidentemente scontenti dei miei poveri colleghi che non sono veloci, bravi, economici): ai primi,
con rammarico, gli dico di trovarsi tranquillamente un nuovo commercialista, ai secondi perdo una sacco di tempo a spiegare che – forse – il collega non è poi così male e che io molto probabilmente non sarei stato meglio (l’ultimo, incazzato, mi ha risposto “se non mi vuoi come cliente, dimmelo!”… va bè).
Mi fermo qui perché altrimenti non sono più due-tre minuti e continuerei all’infinito.
La conclusione è solo una: siamo schiavi, per di più con due padroni, lo stato e il cliente.
E non mi consola venire a sapere di essere essenziale (ecco perché ho continuato a lavorare), che sono una ersona (ecco perché non ho il contributo a fondo perduto!) o che, addirittura, sono socio onorario di una casta (ecco perché mi lamento).
Ciao Antonio, grazie del Tuo tempo: il tempo è la vera ricchezza di una persona (ecco perché io sono estremamente povero) e Tu ce ne hai dedicato molto.