2 settembre 2020

Caro Direttore...

Autore: Domenico Calvelli
Con la conversione del D.L. Rilancio è stata prevista la proroga al 2022 della nomina dei revisori legali dei conti per numerose società medio-piccole, nomina prevista in precedenza per il 16 dicembre 2019 e successivamente alla
data di approvazione dei bilanci chiusi al 31 dicembre 2019.

Nella quasi totalità dei casi però le società hanno già ottemperato, nominando l'indispensabile organo di controllo.

La Fondazione italiana di giuseconomia sta lavorando per ottenere una rapida modificazione di questa irragionevole norma, poiché alle realtà medio-piccole, soprattutto in un contesto economico critico, servono revisori indipendenti.

Si tratta qui di prevenire eventuali crisi d'impresa, volgendosi alla conservazione della continuità aziendale ed al controllo fattivo dell'amministrazione, valori assoluti da cui conseguono il mantenimento dell'occupazione e del fatturato, con positive conseguenze sul PIL del Paese, oggi purtroppo in netto calo. Prevenire la crisi d'impresa è sempre meglio che leccarsi le ferite quando è troppo tardi.

L'utilizzo dell'organo di revisione, esteso dal cosiddetto "Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza", rappresenta inoltre un costo irrisorio per le imprese revisionate (nell'ordine di 2.500/4.000 euro annui medi, per un servizio indubbiamente essenziale); la sua eventuale eliminazione non farebbe che cagionare danni alle società ed al sistema.

Non va taciuto, per concludere, il favor prestato dal sistema bancario a fronte di bilanci certificati da un revisore legale dei conti, in quanto soggetto indipendente e professionale.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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