Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, esprime il suo plauso per l’iniziativa messa in campo dalla “Consulta dei parlamentari commercialisti”, che oggi a Roma ha presentato il primo disegno di legge trasversale e bipartisan riguardante l’attività di lavoratori autonomi e professionisti.
“Questa iniziativa – afferma Miani – è estremamente apprezzabile, sia per il metodo trasversale che vede lavorare fianco a fianco colleghi commercialisti appartenenti a diversi schieramenti politici, sia nel merito del disegno di legge presentato oggi, relativo alle disposizioni per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia o di infortunio. Si tratta di un primo, importante passo sulla via di un’azione che, lungi dal rispondere ad una logica corporativa, pone finalmente ascolto alle legittime istanze di una professione troppo spesso dimenticata dalla politica. Il Consiglio nazionale continuerà, come già fatto sinora, ad interloquire costantemente con i colleghi commercialisti presenti in Parlamento, con l’auspicio che la loro attività possa produrre frutti per la categoria e per tutto il comparto delle professioni ordinistiche”.
“Veniamo da anni – aggiunge il Consigliere nazionale delegato a Compensi ed onorari professionali, Giorgio Luchetta - in cui le professioni sono state vittime di un pregiudizio negativo ispirato spesso proprio dalla politica. Un pregiudizio che ha individuato nel sistema ordinistico una presunta “casta” i cui privilegi andavano smantellati. Così in parte è stato, a cominciare dall’eliminazione delle tariffe minime. Una scelta, quest’ultima, che, possiamo ormai dire che non ha prodotto alcun frutto positivo. L’iniziativa della “Consulta dei parlamentari commercialisti” è un segnale di inversione di tendenza e di un cambio di paradigma estremamente importante. È tempo che la politica torni a guardare alle professioni come ad una risorsa per il Paese, un pezzo di economia da preservare e incentivare. Sono convinto che questa Consulta potrà essere con noi protagonista nella battaglia che stiamo conducendo per l’equo compenso, affinché soprattutto i colleghi più giovani e meno protetti possano fruire di strumenti nuovi a tutela della loro dignità professionale”.
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