16 luglio 2019

Compenso sindaci, dal Mef riduzione nelle controllate pubbliche

Comunicato stampa CNDCEC

Emerge da una ricerca avviata dai Commercialisti per verificare l’impatto delle norme della bozza di Regolamento del Ministero sugli onorari nelle non quotate

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, sulla base di una ricerca avviata dalla sua Fondazione, ha verificato l’impatto che le norme della bozza di Regolamento Mef ex art. 11, co. 6 del d.lgs. 175/2016 avrebbero sui compensi degli organi di controllo delle società a controllo pubblico non quotate.

L’analisi dei Commercialisti evidenzia che, su un panel di 200 società rappresentative delle cinque fasce dimensionali previste dall’art. 2 della bozza di Regolamento, circa il 60% registrerebbe una riduzione dei compensi rispetto alla misura oggi deliberata. La tendenza è più netta nelle prime tre fasce e, in particolare, nella prima in cui sono comprese le realtà aziendali di maggiori dimensioni e dove l’effetto peggiorativo arriva ad interessare l’80% delle società.

“’L’imposizione di un appiattimento del compenso dei componenti dell’organo di controllo – afferma Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti – già di per sé irrazionale, ha ancor meno senso considerato che esso si ripercuote in modo più accentuato proprio in quelle realtà che, per ampiezza dimensionale e complessità strutturale, comportano responsabilità notevolmente maggiori. Non resta che auspicare un ripensamento in corso d’opera da parte del legislatore, che si traduca nella valorizzazione dell’organo di controllo e non in una misura che, se confermata, avrebbe un sapore irragionevolmente punitivo”.

“Si tratta di una riduzione tutt’altro che irrilevante – spiega Davide Di Russo, vicepresidente del CNDCEC – tenuto conto che in tre delle più importanti società della prima fascia (una del nord, una del centro e una del sud) l’organo di controllo si vedrebbe pressoché dimezzato il compenso attuale. La riduzione è più attenuata in quinta fascia, ma solo apparentemente, perché la contrazione è mascherata dal fatto che nelle società di minori dimensioni è più diffuso l’organo di controllo monocratico”.

“Riteniamo – concludono Miani e Di Russo – che il legislatore, per la condivisibile preoccupazione di contenere i costi, non abbia adeguatamente considerato le ricadute negative di tale misura. Non può, infatti, che esserci un malinteso perché l’organo di controllo non rappresenta un costo da ridurre, ma costituisce, come è stato sottolineato anche dal premio Nobel Joseph Stiglitz, un presidio di legalità a tutela di soci e terzi che merita di essere quanto più possibile potenziato”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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