11 aprile 2020

Coronavirus: commercialisti, contributo di solidarietà colpirebbe 800.000mila italiani

Miani: “E’ il momento di garantire a cittadini e imprese liquidità immediata senza farsi schiacciare dalla burocrazia”

Comunicato stampa CNDCEC

La proposta di una contributo di solidarietà da chiedere ai contribuenti che dichiarano più di 80.000 euro di reddito complessivo, avanzata oggi dal Partito democratico, colpirebbe 800.000 italiani. I contribuenti con redditi superiori agli 80.000 euro sono l’1,9% dei 41,2 milioni di contribuenti totali, e già attualmente versano il 24,5% dell’IRPEF netta totale, dichiarando il 13,6% del reddito complessivo totale. Sono le cifre fornite dal Consiglio nazionale dei commercialisti. Secondo il leader della categoria, Massimo Miani, “questo è il momento in cui la vera ossessione dello Stato dovrebbe essere quella di fornire liquidità in tempi rapidissimi, impedendo che la solita complessità burocratica del nostro Paese rallenti l’applicazione delle misure messe in campo dall’esecutivo. Da giorni diciamo che questo periodo emergenziale richiederebbe processi molto semplificati. Così finora purtroppo non è stato, dal momento che siamo di fronte a misure fiscali e contabili come sempre farraginose e a procedure per la richiesta del credito sulle quali avanziamo dubbi in merito alla tempistica e alla finalizzazione. A più di 20 giorni dal decreto “Cura Italia”, agli italiani non è arrivato ancora un euro di quelli stanziati. Prima di pensare a contributi di solidarietà che di fatto sono patrimoniali, forse è il caso di adoperarsi concretamente affinché le risorse stanziate arrivino davvero a cittadini e aziende per favorire una ripartenza che non si annuncia affatto agevole”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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