17 gennaio 2020

IRPEF: commercialisti, estendere aliquota 27% fino a 55mila euro

Miani: “Occasione storica per ridisegno strutturale dell’IRPEF, ma le scelte siano ben ponderate”

Comunicato stampa

“Il dibattito di queste settimane sull’IRPEF è molto importante. La politica ha oggi la grande opportunità di ridisegnare finalmente le aliquote, puntando a quella complessiva riforma fiscale che il Paese attende da molto tempo. Ma si tratta di un passaggio estremamente complesso, che non può essere frettoloso. In questo senso condividiamo le posizioni di quanti nell’esecutivo ragionano in termini di riforma strutturale, avendo come stella polare la semplificazione e la riduzione del carico fiscale”. E’ quanto afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Maini.

Il numero uno dei commercialisti propone di estendere l'aliquota del 27% fino ai 55 mila euro di reddito (oggi tra i 28 mila e i 55 mila euro c'è un'aliquota del 38%). “Si tratta di un intervento che avrebbe un costo di circa 9 miliardi - aggiunge Miani - Sappiamo che non è facile reperire risorse, abbiamo visto quanto è stato difficile trovarle per sterilizzare l'aumento dell'Iva nell’ultima legge di Bilancio, ma è a nostro avviso indubbio che una rimodulazione delle aliquote così concepita avrebbe un effetto positivo sul ciclo economico". 

Miani giudica poi favorevolmente l’ipotesi di ampliamento della platea dei beneficiari del bonus 80 euro e l’intervento sul cuneo fiscale, ma invita anche “a tener in considerazione la vasta platea del lavoro autonomo e ad evitare scelte inique”. “Per questo - commenta Miani – è importante che il Governo agisca sulle aliquote Irpef, così da estenderne il beneficio a tutte le famiglie italiane e non solo a quelle il cui reddito proviene prevalentemente da lavoro dipendente. Non è possibile dimenticare sistematicamente il mondo del lavoro autonomo”.

Miani infine esprime l’auspicio che “la politica, in un momento così importante come quello in cui mette mano al sistema tributario del Paese, voglia confrontarsi, oltre che con le parti sociali, anche con chi, come i commercialisti, della macchina fiscale conosce forse meglio di chiunque altro tutti i limiti e le distorsioni”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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