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In un’audizione parlamentare presso le Commissioni riunite Giustizia e Finanze, svoltasi a Roma il 4 dicembre 2025, il Consiglio nazionale dei commercialisti ha presentato le sue osservazioni sullo schema di decreto legislativo per la riforma dei mercati dei capitali. La delegazione, guidata dal vicepresidente Antonio Repaci con David Moro e Cristina Bauco, ha espresso apprezzamento per la revisione del Testo unico della Finanza (TUF), sottolineando che il nuovo impianto normativo mira ad allineare l’Italia agli standard europei attraverso regole più flessibili e interventi di semplificazione.
Oltre ai riconoscimenti, la categoria professionale ha avanzato una serie di proposte per perfezionare il testo. In particolare, i commercialisti hanno sottolineato la necessità di salvaguardare l’autonomia del collegio sindacale e di garantire una maggiore uniformità nelle regole di governance tra società quotate e non quotate. Secondo i rappresentanti della categoria, le modifiche dovrebbero bilanciare la tutela degli investitori con la sostenibilità degli incarichi, evitando che oneri e responsabilità eccessivi disincentivino i professionisti a ricoprire ruoli di controllo.
Durante un’audizione parlamentare sullo schema di decreto legislativo che riforma i mercati dei capitali, il Consiglio nazionale dei commercialisti, rappresentato dal vicepresidente Antonio Repaci, dal consigliere nazionale David Moro e da Cristina Bauco, ha espresso un giudizio positivo sulla revisione organica del Testo unico della Finanza (TUF). La delegazione ha sottolineato che la riforma punta a salvaguardare il mercato dei capitali italiano e ad allineare le regole nazionali a quelle europee mediante norme più flessibili e interventi di semplificazione. Secondo i professionisti, l’obiettivo è rimuovere vincoli normativi ritenuti troppo stringenti, che finora avrebbero limitato lo sviluppo del sistema, e creare condizioni più favorevoli per investitori e imprese.
Pur apprezzando l’impianto generale, i commercialisti hanno chiesto di modificare la norma che, nel nuovo schema di decreto legislativo, deroga al regime di responsabilità dei membri del collegio sindacale previsto dall’art. 2407 del Codice civile. Ritengono che il sistema di amministrazione e controllo debba avere regole uniformi per tutte le società e propongono di limitare la responsabilità risarcitoria dei sindaci a multipli del compenso deliberato dall’assemblea, introducendo criteri di quantificazione del danno diversi per le società quotate. La categoria chiede inoltre maggiore ponderazione sulle nuove disposizioni relative alla comunicazione a Consob delle irregolarità, la garanzia che i membri del collegio sindacale ricevano le stesse informazioni dei consiglieri per partecipare informati alle riunioni e la possibilità per le società di prevedere un budget dedicato al collegio sindacale per tutelarne l’autonomia. Infine, per il sistema monistico viene suggerito di richiedere ai componenti del comitato per il controllo sulla gestione requisiti professionali in linea con l’art. 2397 del Codice civile.