“I commercialisti italiani sono in prima linea nella battaglia per la legalità. E’ bene ricordarlo sempre, specie quando affermazioni come quelle del procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho, fatte pochi giorni fa a Firenze nel corso del Congresso nazionale del Notariato, sembrerebbero non riconoscere questo impegno in egual misura a tutte le professioni italiane”. E’ quanto afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani.
Il procuratore nazionale antimafia aveva sostenuto che “tutti i professionisti dovrebbero avere la stessa sensibilità dei notai nell'interrompere i circuiti illegali. Tutti dovrebbero avere il coraggio di dire 'no' a certe partecipazioni e a certi atti”.
“E’ opportuno evitare ragionamenti – sostiene il numero uno dei commercialisti - che potrebbero lasciare intendere che, sul fronte dell’impegno contro l’illegalità, esisterebbero di fatto professioni di serie A e professioni di serie B. Ogni realtà, non certo solo quelle rappresentate dagli Ordini professionali, ha al suo interno delle mele marce. Sparare nel mucchio è inutile e dannoso”.
“Per quanto riguarda lo specifico dei commercialisti, il Procuratore conosce bene, perché frutto anche di un lavoro comune tra il nostro Consiglio nazionale e la Direzione nazionale antimafia, il nostro impegno nella gestione dei beni sequestrati alle mafie e il lavoro serio e complesso che abbiamo portato avanti in questi anni per una piena applicazione del Codice Antimafia”.
“Più in generale – conclude Miani – i commercialisti sono fortemente impegnati sul fronte dell’etica, della disciplina e delle sanzioni. Una strada sulla quale di certo proseguiremo con convinzione e intransigenza, anche se è importante sottolineare come troppo spesso i media qualifichino come commercialisti implicati in reati di vario tipo soggetti che in realtà non sono iscritti ai nostri albi”.
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