Rimani aggiornato!
Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.
Modificare la norma sui pagamenti nella PA poiché ingiustamente vessatoria per tutti i professionisti italiani. È quanto afferma il Presidente dell’Associazione “Professionisti Insieme”, Elbano de Nuccio, in merito alla norma prevista dalla Legge di Bilancio 2026, confermata in Commissione Bilancio del Senato e bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato.
Si tratta, della disposizione di cui all’articolo 129, comma 10 del ddl di Bilancio 2026, che introduce una condizione di regolarità fiscale e contributiva quale presupposto necessario per il pagamento dei compensi ai liberi professionisti che rendono prestazioni in favore delle amministrazioni pubbliche e che impone al professionista di produrre la documentazione comprovante la regolarità fiscale e contributiva contestualmente alla presentazione della fattura per le prestazioni rese.
Il presidente De Nuccio spiega in primo luogo che la norma risulta particolarmente penalizzante perché non prevede alcuna soglia di tolleranza, nel senso che anche irregolarità di importo minimo, o meri disallineamenti amministrativi, potrebbero comportare il blocco dei pagamenti dovuti. Questo meccanismo rischia di colpire professionisti che hanno già svolto con responsabilità e competenza le proprie attività a favore della pubblica amministrazione, la quale ha comunque beneficiato delle prestazioni rese per il perseguimento degli obiettivi pubblici.
Un ulteriore problema evidenziato da de Nuccio riguarda l’aggravio burocratico generato dal nuovo sistema di verifiche. I professionisti saranno infatti tenuti a richiedere alla propria Cassa previdenziale una certificazione di regolarità contributiva, equivalente al DURC, e all’Agenzia delle Entrate un’attestazione della loro posizione fiscale. Allo stesso tempo, le pubbliche amministrazioni committenti saranno chiamate a effettuare controlli puntuali prima di ogni pagamento, con un aumento significativo degli oneri amministrativi e procedurali che potrebbe rallentare ulteriormente i processi interni.
De Nuccio sottolinea anche un profilo di evidente disparità di trattamento. Mentre per i professionisti ogni compenso sarà subordinato alla verifica della loro regolarità, i dipendenti pubblici non appartenenti ai ruoli dirigenziali continueranno a percepire la retribuzione ordinaria indipendentemente dalla loro situazione fiscale o contributiva. Questo, secondo il presidente, determina una discriminazione ingiustificata tra categorie che operano entrambe al servizio della collettività.
Alla luce di queste criticità, Professionisti Insieme chiede l’abolizione della previsione normativa, ritenendo che essa possa produrre effetti negativi non solo sull’operatività dei liberi professionisti, ma anche sul corretto funzionamento delle amministrazioni pubbliche. La norma, conclude de Nuccio, rischia infatti di generare ritardi nei pagamenti, incertezze interpretative e un aumento del contenzioso, compromettendo il sereno svolgimento dei rapporti professionali con la pubblica amministrazione.