16 gennaio 2012

STP: inversione di rotta culturale

Autore: Redazione Fiscal Focus

Società tra professionisti - La legge di stabilità ha inciso in maniera rilevante in merito alla costituzione di società tra soggetti professionisti e soggetti che invece non lo sono o pur essendolo non sono iscritti agli Ordini di categoria. Nello specifico, il provvedimento è intervenuto permettendo la costituzione di società per l'esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico secondo i modelli societari regolati dai titoli V e VI del libro V del Codice Civile, introducendo nell’ordinamento giuridico italiano e nella sfera del diritto commerciale una grande novità, vale a dire quella della professione intellettuale. La novità risiede soprattutto nel fatto che fino alla promulgazione della legge di stabilità tutto quel che riguardava, dal punto di vista giuridico, il professionista che costituiva società era sancito dal capo II titolo terzo (lavoro autonomo) del libro V del Codice Civile e rimaneva estraneo all’impresa commerciale disciplinata nel titolo II del medesimo libro V del C.C. Con l’intervento del Governo, oggi anche la professione intellettuale sarà soggetta alle regole finora previste esclusivamente per l’impresa commerciale, ossia quelle sul capitale e sulle maggioranze.

Novità - Tant’è che la disposizione prevede la presenza di soggetti non professionisti esclusivamente al fine di svolgere operazioni meramente tecniche e di soggetti prestatori di capitale solo ai fini dell’investimento, questo è quanto espresso nel comma 4 lettera b. Ora, la novità risiede in questo secondo caso, poiché se già la legge n. 1815 del 1939 permetteva l’entrata in società di non professionisti tecnici, solo con l’ultima normativa s’è potuto parlare dell’entrata in affare soci con capitale da investire.

Parere Lapet – Prendendo le mosse da spunti di vivo interesse estrapolati dalle ricerche realizzate dal Centro studi della Lapet presieduto da Giancarlo Puddu, un comunicato dell’associazione dei tributaristi italiani esprime viva speranza nelle possibilità attuative del decreto, auspicando una maggiore possibilità di scelta per gli utenti e un aumento delle opportunità di lavoro per i tecnici non professionisti. Il parere dell’associazione guidata da Roberto Falcone è che i clienti che si avvicineranno a questo tipo di società tra professionisti avranno l’occasione di optare in piena libertà in merito al soggetto che dovrà seguire e tutelare i propri interessi, sia esso iscritto ad un Albo professionale o professionista non iscritto. Inoltre, qualora l’utente non intenda avanzare alcuna scelta, potrà essere la stessa società a scegliere per lui inoltrandogli una nota informativa circa il nominativo del professionista che lo assisterà. Attualmente, però, non vi sono ancora regolamenti di attuazione che dispongano in maniera chiara le prassi relative all’esecuzione dell’incarico professionale nelle società professionisti, pertanto in attesa che un qualche documento ufficiale venga notificato, la Lapet è convinta che il riconoscimento della professione intellettuale anche nella sfera del diritto commerciale avrà come conseguenza un esito catalizzatore nella trasformazione culturale delle attività professionali. Tale percorso, iniziato da quasi trent’anni, sta accompagnando gradualmente le professioni intellettuali alla volta della cultura meritocratica, alla luce della quale la credibilità sociale della professione è un valore che il singolo professionista si guadagna operando nel quotidiano attraverso la formazione continua e lo sviluppo delle proprie competenze.

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