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PSD2: questa sigla, che a prima vista parrebbe evocare il nome di una nota consolle per videogiochi, è l’acronimo di Payment Services Directive, il nuovo sistema di Pagamenti Digitali che, dallo scorso 13 gennaio, è entrato in vigore nei Paesi della Comunità Europea, a seguito del recepimento della direttiva (UE) 2015/2366 del 25 novembre 2015, con la quale sono state revisionate le precedenti disposizioni introdotte con la PSD nel novembre 2009 (Direttiva 2007/64/CE) ed attuato il Regolamento (UE) n.751/2015 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2015 relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carta (il c.d. IFR, Interchange Fee Regulation).
L’indicata direttiva del 2015 era entrata in vigore il 13 gennaio 2016 ed agli Stati membri era stato concesso un anno di tempo (fino al 13 gennaio 2018, dunque), per recepirla e trasporla nei propri ordinamenti. L’Italia vi ha provveduto con decreto legislativo dello scorso 11 dicembre 2017, all’esito dei pareri parlamentari acquisiti sullo schema approvato durante il C.d.M. del 15 settembre 2017.
Il principale obiettivo della Direttiva è quello di creare un mercato unico ed integrato dei servizi di pagamento, uniformando le regole per gli istituti bancari e per i nuovi PSP sorti con l'avvento del digitale. La PSD2 consentirà infatti di abbattere le barriere all'ingresso di nuovi operatori, abilitando nuovi servizi di pagamento, e contribuirà a rafforzare la sicurezza del sistema, garantendo trasparenza ed una corretta concorrenza.
Nella pratica, il ricorso a tale nuovo sistema di pagamento consentirà al cliente/correntista di autorizzare i nuovi fornitori di tale servizio (i c.d. PISP, Payment Initiation Service Providers) a chiedere informazioni alla propria banca per effettuare una transazione, ottenendo indicazioni su saldo contabile, saldo disponibile, movimenti, intestazione del rapporto.
Rispetto alla precedente Direttiva (ed al primo PSD) le nuove disposizioni hanno inteso incrementare la trasparenza e la tutela per i nuovi prestatori di servizi di pagamento e per i consumatori, intervenendo principalmente in due ambiti:
Per le sole “operazioni nazionali” con carte di debito, Il Decreto di recepimento emanato dal nostro Governo ha peraltro anche disposto che, fino al dicembre 2020 i prestatori di servizi di pagamento potranno applicare una commissione interbancaria non superiore all’equivalente dello 0,2% calcolato però sul valore medio annuo di tutte le operazioni nazionali attraverso carta di debito all’interno di ciascuno schema di carte di pagamento. Inoltre, saranno tenuti ad applicare, per tutti i tipi di carte, commissioni di importo ridotto per i pagamenti fino a 5 euro rispetto a quelle applicate alle operazioni di importo pari o superiore, così da promuovere l’utilizzo delle carte anche per cifre molto basse.
Altre novità introdotte con il decreto di recepimento riguardano:
Va peraltro sottolineato che i contenuti della riforma non sono tutti immediatamente operativi: da subito sono in vigore le norme su trasparenza, tetti alle commissioni e franchigie, come sopra illustrate; mentre occorreranno 18 mesi prima che diventino operativi i PISP, dovendosi preventivamente approntare l’infrastruttura tecnologica necessaria, soprattutto in relazione alla sicurezza informatica.
Altra questione è poi, da un punto di vista meramente pratico, quella dell’effettiva preparazione delle Banche ad accogliere le novità introdotte, considerato che un sondaggio condotto qualche mese fa da PwC tra le 39 maggiori banche europee dislocate in 18 Paesi diversi ha rivelato che il 38% del campione risultava ancora nella fase preliminare di identificazione dei possibili impatti legati alle nuove norme, mentre solo il 9% aveva già avviato la fase di implementazione dei requisiti della Psd 2.
Ancora una volta sarà dunque la prova dei fatti a dar ragione a risultati per ora solo pronosticati.