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Le Pubbliche Amministrazioni, a partire dal 1° gennaio 2018, devono garantire ai cittadini l’accesso ai servizi attraverso il Sistema Pubblico d’Identità Digitale (SPID).
È quanto prevede il D. Lgs. 13 dicembre 2017, n. 217, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nei giorni scorsi e recante “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 179, concernente modifiche ed integrazioni al Codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, ai sensi dell'articolo 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.
Con il decreto legislativo suddetto, si è provveduto a correggere, in diverse parti, il Codice dell’amministrazione digitale (Cad), ossia un testo unico che raccoglie i diritti e doveri di cittadinanza digitale, cioè quelli che contraddistinguono il rapporto tra cittadini, imprese e amministrazioni, ma anche quelli tra i privati.
Sistema Pubblico per la gestione dell'Identità Digitale - Con l'istituzione del Sistema Pubblico d’Identità Digitale (SPID), le Pubbliche Amministrazioni possono consentire l'accesso in rete ai propri servizi, oltre che con lo stesso SPID, solo mediante la carta d'identità elettronica e la carta nazionale dei servizi (la possibilità di accesso con carta d'identità elettronica e carta nazionale dei servizi resta comunque consentito indipendentemente dalle modalità predisposte dalle singole amministrazioni).
Il sistema SPID è costituito come un insieme aperto di soggetti pubblici e privati che, previo accreditamento da parte dell'Agenzia per l'Italia Digitale, gestiscono i servizi di registrazione e di messa a disposizione delle credenziali e degli strumenti di accesso in rete nei riguardi di cittadini e imprese per conto delle Pubbliche Amministrazioni.
A tal proposito, l’Agenzia per l’Italia Digitale, ha il compito di coordinare le azioni in materia di innovazione per promuovere, appunto, le tecnologie digitali a supporto della Pubblica Amministrazione, con azioni mirate a stimolare l’innovazione e a favorire lo sviluppo di un sistema economico sociale incentrato sulla diffusione delle nuove tecnologie.
Sostiene, inoltre, la digitalizzazione per la condivisione delle informazioni pubbliche e la realizzazione di servizi online per cittadini e imprese.
Coinvolge tutte le amministrazioni pubbliche centrali, regionali e locali.
Domicilio digitale – Affinché si possa, in concreto, parlare di “cittadinanza digitale”, è necessario che, le Pubbliche Amministrazioni, mettano i cittadini in condizione di poter accedere ai servizi, appunto, attraverso lo SPID.
A tal proposito, un altro obiettivo della sopra citata “cittadinanza digitale”, è rappresentato dal domicilio digitale, introdotto dal nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale, entrato da poco in vigore, al fine di facilitare la comunicazione tra Pubbliche Amministrazioni e cittadini; in pratica, è facoltà di ogni cittadino indicare al comune di residenza un proprio domicilio digitale.
In sostanza, il domicilio digitale, è un indirizzo di posta elettronica certificato, inserito nell'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e reso disponibile a tutte le Pubbliche Amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi, al fine di comunicare con il cittadino esclusivamente tramite il domicilio digitale, da lui stesso comunicato. In pratica, rappresenta un domicilio fiscale elettronico.
Attraverso questo domicilio fiscale elettronico, legato ad un indirizzo di posta certificata, il cittadino, può decidere di comunicare la propria Pec all'Anagrafe Nazionale online, in modo tale che venga attivato il domicilio digitale per tutte le comunicazioni con la Pubblica Amministrazione.
In tal modo, il cittadino può comunicare direttamente con la P.A., in quanto, la comunicazione, avviene attraverso l’indirizzo Pec presente nell'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente.
I cittadini potranno attivare il domicilio digitale e, per farlo, è necessario essere titolari di un indirizzo di posta elettronica certificata Pec o di un servizio elettronico di recapito certificato in linea con le regole Ue.
L'attivazione del domicilio si dovrà richiede al Comune di residenza, mediante un modulo di domanda apposito. Pervenuta la comunicazione, il Comune, provvederà ad inserire l'indirizzo Pec tra quelli presenti nell'Anagrafe Nazionale online.
Potranno, infine, “attivare” il domicilio digitale i professionisti iscritti agli Albi ed i soggetti iscritti al Registro delle imprese, in quanto, la loro Pec, sarà inserita nell’Indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti.
In merito, invece, al domicilio digitale per gli altri cittadini, si prevedono tempi più lunghi, in quanto, anche chi è in possesso di una Pec, affinché questa diventi domicilio digitale, dovrà attendere l’inserimento nell’Indice nazionale delle persone fisiche che, l’Agenzia per l’Italia Digitale, avrà il compito di realizzare entro un anno.