8 febbraio 2018

Un anno dalla nascita dell’INL: è cambiato il nome o la sostanza?

Autore: ALESSIA NOVIELLO

Il primo dicembre del 2016, in presenza della stampa, fu presentata presso la sede del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in Via Vittorio Veneto a Roma, il nuovo Ispettorato Nazionale del Lavoro. Il Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Paolo Pennesi e il Direttore generale per le Attività ispettive Danilo Papa, illustrarono in quella occasione le funzioni del nuovo Ispettorato, volte a razionalizzare ed incrementare la vigilanza nel mercato del lavoro.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), istituito con il D.Lgs. n.149 del 2015 e diventato operativo il 1° gennaio 2017, con il decreto interministeriale del 28 dicembre 2016, ha il compito di svolgere attività ispettive e di coordinare le attività di vigilanza del Ministero del lavoro, dell’INPS e dell’INAIL. Con la circolare n.2/2017 del 25 gennaio 2017, in condivisione con tutti gli Istituti, furono fornite le prime istruzioni operative in merito alla programmazione delle attività ispettive e organizzazione logistica.

Quanto alle attività Ispettive, la circolare precisava che: “Le funzioni di programmazione e di coordinamento di tutta l’attività ispettiva sono assicurate dalla competente struttura centrale dell’Ispettorato nazionale del lavoro e, per quanto riguarda le singole realtà territoriali, dai Dirigenti delle diverse sedi dell’Ispettorato”, l’attività di programmazione relativa alla vigilanza previdenziale, è garantita dall’INPS, che però dovrà coordinarsi con l’INL. Le pratiche, precisa la circolare, resteranno presso le sedi dei vari Istituti che avranno cura di trasmettere copia del verbale alle competenti sedi dell’Ispettorato. Al di là di un aggravio di burocrazia, ad oggi, non riscontriamo alcun miglioramento organizzativo, logistico o di razionalizzazione delle ispezioni. L’attività di vigilanza assicurativa, su precisazione della medesima circolare, non ha subito cambiamenti rispetto al passato, salvo il fatto che la programmazione della vigilanza viene fatta su base regionale e su indicazione e coordinamento del Dirigente dell’Ispettorato della Regione, che lo condividerà con il referente regionale dell’INAIL. Per loro stessa ammissione, nel concreto non cambia nulla; ma aumentano i passaggi burocratici, chi decide, chi si interfaccia, chi comunica, quando? Non sembra proprio il perfetto esempio di razionalizzazione.

In tema di protocollazione dei verbali, viene precisato che saranno mantenuti i protocolli dei vari Istituti, questi però acquisiranno la denominazione di: protocollo Interno, così da diventare “di facile” condivisione con gli altri Istituti. Francamente si fa fatica a capire come, un processo che non cambia nella sua organizzazione, diventi funzionale ed efficiente solo per aver cambiato nome e acquisito un’identità.

Infine, l’attività di monitoraggio: oltre alle consuete attività, vengono istituiti appositi tavoli tecnici, utili al confronto tra i dirigenti degli Istituti e le Organizzazioni sindacali a cadenza “quantomeno” trimestrale. Il commento in questo caso ci appare del tutto superfluo.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, oggi, può contare in concreto su circa 8000 risorse attingendo dal Ministero del Lavoro, dall’INPS e dall’INAIL e più di 80 uffici tra provinciali e interregionali. A tutto il nuovo personale Ispettivo, raggruppato nell’INL, con medesime funzioni, poteri e competenze, ai sensi del D.Lgs. 149/2015, art.5 comma 2 e del D.P.C.M. 23 febbraio 2016, spetta (spetterebbe), il medesimo trattamento di missione, in deroga alla normativa contrattuale vigente. Al momento però continua a persistere una disparità di inquadramento dei profili professionali ed un differente trattamento economico tra gli Ispettori del Ministero del Lavoro e quelli dell’INPS e dell’INAIL.

Ad un anno dalla sua piena operatività, le funzioni e la logistica dei vari Istituti sono rimaste pressoché invariate nella sostanza. Permangono le serie problematiche legate all’irrisolto allineamento delle retribuzioni del personale ispettivo e la burocrazia, cresciuta in maniera esponenziale, ha di fatto rallentato e per nulla razionalizzato il processo e la performance delle ispezioni. I riflessi sull’aumento percentuale delle irregolarità riscontrate nel corso del 2017, la crescita costante di cooperative e discutibili società di intermediazione illegale di manodopera sono sotto gli occhi di tutti. Siamo ancora lontani dall’assicurare il rispetto della legalità, ma nel frattempo è stato fatto un grande cambiamento, sostanziale e di spessore: il nuovo logo dal carattere pulito e performante, siamo certi, tutelerà in maniera più incisiva i lavoratori in Italia. Risorse economiche investite nella giusta direzione è veramente il caso di ammetterlo.

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