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Rischia una condanna per dichiarazione fraudolenta ex art. 2 D.Lgs. n. 74 del 2000 il commercialista che suggerisce all’imprenditore come approntare le fatture false. È quanto emerge dalla sentenza 5 giugno 2014, n. 23522, della Corte di Cassazione – Terza Sezione Penale.
La Suprema Corte mantiene la linea dura nei confronti dei commercialisti che partecipano consapevolmente (magari nel ruolo di ideatori o istigatori) alla commissione di reati fiscali, quali la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte o la dichiarazione fraudolenta di cui, rispettivamente, agli articoli 11 e 2 del D.Lgs. 74/2000. Il professionista in questi casi risponde dell’illecito tributario a titolo di concorso ex art. 110 c.p. e rischia anche il sequestro dei propri beni in base al principio solidaristico.
(prezzi IVA esclusa)