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La sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n.27122 del 14 luglio 2021, ha confermato che i messaggi di posta elettronica memorizzati nell'account o nel computer del mittente ovvero del destinatario hanno natura di documenti informatici, così che è legittimo il loro sequestro probatorio se già ricevuti o spediti e conservati nelle caselle di posta del computer. Analogamente, i messaggi "WhatsApp" e gli "SMS" conservati nella memoria di un telefono cellulare sottoposto a sequestro hanno natura di documenti, sicché la loro acquisizione non costituisce attività di intercettazione.
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