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La Corte di Cassazione si è nuovamente occupata con la recente sentenza 29 novembre 2010, n. 42160, del tema della tassazione derivante da attività illecite, in relazione ad un caso di sfruttamento della prostituzione. I giudici di legittimità, dopo aver riaffermato la tassazione dei proventi illeciti e l’indeducibilità dei costi da reato, ha sostenuto che il principio in base al quale il provento di fonte illecita costituisce reddito tassabile, comporta, quale logico
corollario, l’insorgere per il contribuente di tutti gli obblighi derivanti dall’applicazione delle inerenti norme fiscali, la cui violazione dà luogo all’irrogazione di sanzioni amministrative e penali. Partendo dall’esame delle disposizioni che regolano la tassazione dei proventi illeciti e dalla posizione espressa dalla prevalente dottrina in ordine alla tematica, intendiamo fornire le nostre considerazioni sulle conclusioni cui la Cassazione è giunta nella sentenza in commento.
(prezzi IVA esclusa)