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Il crescente utilizzo delle rappresentazioni digitali di valore, comunemente conosciute come “valute virtuali”, e il sorgere di nuovi prodotti similari quali gli NFT (“Not Fungible Token”) comporta la necessità di interrogarsi su come regolare il loro utilizzo con riguardo alle diverse branche del diritto, compreso quello riconducibile alla legislazione fiscale, redigendo norme e circolari chiare e che conferiscano certezza al contribuente. Infatti, se con riguardo all’imposizione delle “valute virtuali”, seppure non vi sono norme o regolamenti di fonte primaria, sono noti i documenti di prassi rilasciati dall’Agenzia delle entrate e il trattamento a esse riservato, non altrettanto si verifica per i token non fungibili. Considerata, tuttavia, l’assimibilità delle loro caratteristiche con quelle delle rappresentazioni digitali di valore nonché le finalità del loro utilizzo, è possibile ipotizzare un trattamento affine.
Così, se già dal modello PF/2019, per il periodo d’imposta 2018, fascicolo 2, hanno fatto il loro ingresso, per la prima volta, le “altre attività estere di natura finanziaria e valute virtuali” nel quadro RW, sembrerebbe ipotizzabile che anche tali asset crittografati debbano essere ivi esposti.
(prezzi IVA esclusa)